(Teleborsa) – Prima un just listing su Euronext Access Paris senza aumento di capitale, per acquisire lo status di quotata tramite un processo snello e poco oneroso, poi una emissione di azioni e bond per raccogliere risorse con cui continuare a investire in PMI in fase di IPO, convinti che la pipeline di quotazioni sia costituita da bellissime società e che i multipli bassi con cui sbarcano in Borsa siano un’occasione ghiotta per un investitore di lungo periodo. Sono questi i piani di RedFish Listing Partners, società milanese specializzata in attività di investimento in società a piccola/media capitalizzazione, quotate o in fase di IPO.
La società ha diverse caratteristiche che la rendono appetibile, secondo il management. Innanzitutto redditività e distribuzione, in quanto ha chiuso il bilancio 2023 con un utile di 782 mila euro e deliberato un dividendo di 740 mila euro (pari al 10% del capitale sociale), ma anche la possibilità per gli investitori di sfruttare gli incentivi fiscali per gli investimenti in startup e PMI innovative, essendo RedFish Listing Partners iscritta come startup innovativa (sgravio fiscale pari al 30%).
“In questo momento non abbiamo bisogno della negoziazione continua e quindi quotarsi su Access è la scelta giusta perché costa meno – in effetti è solo un listing tecnico con dematerializzazione – ma ci interessa essere quotati per alcune ragioni: perché così ci possono comprare i fondi – sfruttando un arbitraggio su quello che è il NAV effettivo rispetto a quello che è il prezzo in Borsa -, possiamo aumentare il prestigio, accrescere la trasparenza, accedere alle pubblicazioni, e ci permette di fare il buyback se qualche investitore vuole uscire”, racconta a Teleborsa il Deputy CEO Thomas Avolio. “Anche se vogliamo fare dubitare l’investitore dell’opportunità di uscire, visto che quest’anno abbiamo staccato il 10% di dividendi e il prossimo anno staccheremo intorno al 15%“, aggiunge.
La società non dovrà nemmeno guardare lontano per trovare i capitali che possano accelerare la crescita, potendo contare ormai su alcuni anchor investor che seguono la galassia Redfish in tutte le sue iniziative, oltre che su buoni rapporti con facoltose famiglie e imprenditori italiani. Negli ultimi anni Paolo Pescetto & Co hanno infatti quotato a Parigi Innovative-RFK e a Milano (sull’EGM) RedFish LongTerm Capital, che hanno un focus d’investimento differente. “Abbiamo 10 famiglie che sono anchor e tendenzialmente ci seguono sempre – racconta Avoglio – mentre altri investitori posso partecipare ai vari nostri veicoli, perché di fatto riusciamo a curare la parte alternative delle famiglie in Italia. Inoltre, gli advisor hanno una preferenza per noi, perché non siamo un fondo che fa trading e non vendiamo”.
I rapporti consolidati con l’ecosistema finanziario italiano consentono a RedFish Listing Partners di partecipare potenzialmente a tutte le IPO di small & midcap. “Ci arrivano tutti i dossier di fatto, a parte quelli delle società che fanno aumenti di capitale superiori a 100 milioni di euro, perché in quei casi non possiamo implementare la nostra politica attivista – dice il Deputy CEO – Nel decidere se entrare in una società non consideriamo infatti solo un multiplo appropriato, ma anche se la società ha una buona capacità di generare cassa e se si presta – per settore e management – all’M&A, che è quello che sappiamo fare e in cui possiamo aiutare le PMI, anche perché le acquisizioni sono quello che il mercato apprezza, mentre una società che raccoglie capitali e poi si siede sulla cassa senza far nulla non è ben vista”. La società si caratterizza quindi per una gestione attiva con possibilità di partecipare alla governance delle società, ottenendo posti in CdA.
Un’altra caratteristica di RedFish Listing Partners è quella di essere assimilabile a un fondo evergreen, per l’assenza di scadenze o necessità di uscire dagli investimenti. Tanto è vero che attualmente non ha fatto nemmeno una exit. “La struttura societaria è nata nel 2021, abbiamo iniziato a operare nel 2022, quindi finora abbiamo fatto solo impieghi e non abbiamo dismesso alcuna società – dice il manager – Stiamo partecipando alle IPO, acquisendo quote di minoranza, e nei prossimi mesi continueremo a farlo, visto che puntiamo a raccogliere nuovi capitali e comunque sappiamo utilizzare anche la leva per ottenere ritorni interessanti per i nostri investitori”.
Oggi RedFish Listing Partners ha una dozzina di partecipate, prevalentemente sull’EGM tranne la francese ICAPE. In portafoglio ci sono società come Solid World, Execus e IMD, ma anche piccoli gioielli come FAE Technology, Edil San Felice e Reway, che sono anche dei proxy per i settori che RedFish Listing Partners ritiene più interessanti, pur rimanendo agnostica in termini di comparti in cui investire e sempre alla ricerca dell’opportunità. “Sicuramente ci interessano macro-trend come semiconduttori e medicale, ma anche altre nicchie come la manutenzione ferroviaria e stradale – dice il manager – ma siamo comunque in grado di guardare sempre con un occhio opportunistico le società che hanno una buona valutazione e sulle quali riteniamo possa essere impiantato un buon lavoro di management advisory, aiutandole a crescere”. Per la valutazione delle società in cui investire il team utilizza anche un software di Intelligenza Artificiale proprietario, con un tool quantitativo capace di individuare i mispricing che caratterizzano i prezzi pre-IPO su segmenti small-mid cap per mezzo di uno scouting analitico e sistemico su big data.
Nonostante il periodo difficile per le small & mid cap quotate, Avolio rimane ottimista per il futuro: “Ci sono bellissime IPO all’orizzonte, e altrettante società già quotate che rappresentano un’opportunità per la valutazione a cui girano, e quindi per noi è interessante magari sovrappesare alcune posizioni che già abbiamo o andare a creare di nuove”.
Allargando lo sguardo, “io penso che abbiamo un tessuto imprenditoriale assolutamente florido, che non è solo retorica, perché abbiamo davvero un sacco di società industriali interessanti da quotare – dice il Deputy CEO – E credo che l’EGM, rispetto ad altri mercati Growth in giro per l’Europa, possa essere un punto di riferimento. Abbiamo più IPO degli altri e le società mediamente sono più interessanti delle altre, quindi possiamo diventare – se la direzione è quella del mercato unico – il listino capofila per quanto riguarda le PMI. Il sogno sarebbe vedere una società tedesca che viene a quotarsi in Italia, perché identifica l’Italia come la struttura di mercato migliore dove quotare una PMI. Sarebbe interessante e possiamo farlo come tessuto, perché abbiamo i consulenti adatti, più abituati a lavorare con le società piccole mentre in Francia e Germania tendenzialmente sono un po’ più grandicelli e non guardano neanche le piccole. Idem con gli investitori, che sono più abituati a interloquire ad avere a che fare con le società piccole. Possiamo essere capofila in questo movimento”.