(Teleborsa) – Eliminazione del goldplating, valorizzazione dell’autonomia statutaria, allineamento alle best practice internazionali per rendere più attrattivo il mercato di Borsa Italiana. Sono i principi a cui si è ispirata Assonime (Associazione fra le Società Italiane per Azioni) nel presentare una serie di proposte concrete per la riforma del Testo unico della Finanza (TUF).
A circa 25 anni dall’adozione del TUF, la delega per la riforma organica delle disposizioni in materia dei mercati, contenuta nella Legge capitali, è infatti un’importante opportunità di modernizzazione del quadro delle regole per proiettare il mercato italiano – affetto da croniche debolezze – in una dimensione internazionale, promuovendo soluzioni innovative e coerenti, sia con il processo di integrazione finanziaria europea, sia con le nuove sfide imposte dai cambiamenti dell’economia globale, si legge in un documento presentato oggi alla Giunta di Assonime, presieduta da Patrizia Grieco.
In particolare, Assonime ha formulato alcune proposte su diverse aree tematiche che riguardano in particolare: i) l’informazione societaria e gli assetti proprietari; ii) i sistemi di amministrazione e controllo; iii) l’assemblea; iv) l’accesso al mercato e i passaggi tra mercati; v) l’informazione finanziaria e il bilancio; vi) l’enforcement. “Pur intervenendo su ambiti diversi, tutte le proposte si ispirano a un disegno unitario che mira a semplificare e rendere efficienti per tutte le società – a prescindere dalle loro dimensioni – le regole per l’accesso e la permanenza sul mercato”, viene sottolineato.
In tema di partecipazioni rilevanti, le proposte sono di: innalzare la soglia iniziale degli obblighi di comunicazione delle partecipazioni rilevanti al 5% per tutte le società; eliminare il potere della CONSOB di prevedere, per un periodo di tempo limitato, soglie inferiori al 5%; eliminare l’obbligo di dichiarare gli obiettivi che si intendono perseguire nel corso dei sei mesi successivi, in occasione dell’acquisto di una partecipazione pari o superiore alle soglie del 10 per cento, 20 per cento e 25 per cento.
Viene inoltre proposto di eliminare il riferimento agli obblighi di pubblicazione a mezzo stampa previsto in varie disposizioni del TUF.
Per quanto riguarda la disciplina dell’OPA, si chiede di: ridurre il termine di approvazione del documento di offerta, attualmente fissato in 15 giorni, a 10 giorni, al fine di rendere più spedito il processo; prevedere che, in caso di sospensione dei termini di approvazione del
documento di offerta nel caso in cui la CONSOB richieda all’offerente informazioni supplementari, tale richiesta di informazioni sia resa pubblica; chiarire legislativamente, sulla falsariga di quanto avviene per i prospetti di offerta al pubblico di sottoscrizione o vendita, che il documento di offerta possa essere redatto anche solo in inglese.
Inoltre, si intende: eliminare l’obbligo di OPA in caso di superamento della soglia a seguito di maggiorazione del diritto di voto, qualora il soggetto che supera la soglia detenga già il controllo della società; eliminare l’inclusione degli strumenti derivati nella partecipazione rilevante ai fini del superamento della soglia; eliminare l’OPA da consolidamento.
Si propone, infine, di razionalizzare le disposizioni in materia di esenzioni dall’obbligo di OPA secondo le seguenti linee di indirizzo: prevedere una ipotesi di esenzione dell’obbligo se la partecipazione acquistata in presenza di altro socio che detenga una partecipazione più elevata; prevedere una esenzione da OPA obbligatoria per conferimenti in natura, quando esiste un’esigenza industriale e non vi siano elementi elusivi; prevedere un’esenzione generale nei casi in cui ci sia un’autorizzazione in tal senso da parte dell’assemblea ordinaria che vota con il meccanismo del whitewash; eliminare, nella previsione di non sussistenza dell’obbligo di offerta in caso di superamento della soglia a seguito di OPA totalitaria, la condizione che siano offerti titoli quotati in un mercato regolamentato o un corrispettivo in contanti.
Sull’obbligo di acquisto, Assonime propone di: eliminare l’obbligo di acquisto per chiunque venga a detenere una partecipazione superiore al 90% non a seguito di un’OPA totalitaria; eliminare la facoltà di esigere il pagamento in contanti in caso di esercizio dell’obbligo di acquisto. In tema di diritto di acquisto, si ritiene necessario: abbassare dal 95% al 90% la soglia per il diritto di acquisto; eliminare la limitazione del diritto di acquisto alla sola tipologia di titoli per la quale è stata superata la soglia.
Al fine di rendere coerente l’attuale disciplina sull’elezione del consiglio di amministrazione con i principi di delega che invitano il legislatore a valorizzare le esperienze estere, l’autonomia statutaria e il ruolo dell’autodisciplina, si dovrebbe secondo Assonime: mantenere l’attuale quadro regolatorio quale regola di default, eliminando però l’obbligo di riserva di posti a favore della lista di minoranza; consentire allo statuto di prevedere una diversa disciplina (opt-out) sulle modalità di elezione e i criteri di composizione del consiglio di amministrazione, nel rispetto di alcuni principi generali, secondo quanto previsto dal codice di autodisciplina. In particolare, le regole statutarie dovrebbero garantire: i) la presenza di un numero adeguato di amministratori indipendenti; ii) l’equilibrio tra generi; iii) la professionalità complessiva del consiglio.
Per quanto riguarda la lista del consiglio di amministrazione, si dovrebbe: consentire un opt-out statutario dall’obbligo di applicare l’art. 147-ter.1 per le società con una quota di flottante superiore all’80%; chiarire che spetta allo statuto determinare il numero di componenti del consiglio di spettanza delle minoranze.
In tema di vigilanza e CONSOB, secondo Assonime si dovrebbe riscrivere la disciplina degli abusi di mercato differenziando le fattispecie penali da quelle amministrative, attraverso l’introduzione di specifici criteri di natura oggettiva e soggettiva, volti ad evitare sovrapposizioni e superando così il c.d. sistema a doppio binario attualmente vigente.
Inoltre, andrebbe estesa l’applicazione di misure di amministrazione attiva (ordine di porre termine alla violazione e dichiarazione pubblica) in luogo della sanzione pecuniaria, anche se connotate da maggiore offensività, quando discendono da errori operativi o disattenzioni nell’adempimento della normativa primaria e secondaria; Inoltre, bisognerebbe prevedere una nuova disposizione che introduca lo strumento delle “warning letter” al fine di incentivare un rapporto collaborativo tra Autorità ed emittenti nella valutazione di potenziali condotte illecite.