(Teleborsa) – L’EBA – Autorità Bancaria Europea ha pubblicato oggi il “Risk Dashboard” del primo trimestre del 2024, un report che fornisce informazioni su redditività e rischi dei maggiori Istituti di credito europei ed un’indagine qualitativa semestrale con le aspettative delle banche per le tendenze e gli sviluppi futuri.
Il rapporto mostra che le banche continuano a beneficiare di ampi margini di interesse, che migliorano ulteriormente la loro redditività e la loro posizione patrimoniale, ma i rischi di credito hanno iniziato a materializzarsi, con un aumento dei prestiti in sofferenza. La maggior parte delle banche intervistate prevede un ulteriore deterioramento della qualità degli attivi, nei prestiti alle PMI e nel credito al consumo nei prossimi 6-12 mesi.
La redditività è rimasta resiliente nel primo trimestre del 2024, con un rendimento del capitale proprio (RoE) al 10,6% (10,4% un anno fa). I margini di interesse netti si sono ulteriormente ampliati all’1,69% (+3 punti base su trimestre). Nel contesto dell’allentamento monetario e dei tagli dei tassi, le banche si aspettano che in futuro il margine di interesse e la redditività complessiva ne subiranno effetti negativi.
Il rapporto CET1 è rimasto in media al 15,9% nel primo trimestre del 2024, pressoché invariato rispetto al quarto trimestre del 2023, e 20 punti base al di sopra del primo trimestre del 2023. La forte crescita organica del capitale, nell’ultimo anno, ha compensato l’aumento dei requisiti patrimoniali (principalmente a causa del maggiore buffer di capitale richiesto in funzione anticiclica).
Quanto alla provvista, il Net Stable Funding Ratio, ha registrato un miglioramento al 127,2%, favorendo i titoli di debito pubblici piuttosto che la liquidità.
Sul fronte degli impieghi, le banche hanno ulteriormente ridotto i prestiti famiglie e imprese (-0,2% su trimestre), specie quelli alle PMI (-0,8%) ed i mutui (-0,3%). Ciò è stato in parte controbilanciato dalla crescita del credito al consumo e dei prestiti legati agli immobili commerciali.
Cresce anche il rischio legato ai prestiti in sofferenza (NPL), che sono aumentati del 2% su base trimestre (+7 miliardi di euro), con un rapporto dell’1,86% sul totale. L’aumento dei crediti deteriorati è stato ampio, ma l’aumento maggiore è stato segnalato per il segmento delle PMI. Anche il costo del rischio delle banche è più alto, a livelli mai visti dalla pandemia. A livello meramente operativo, vanno crescendo i rischi informatici e la sicurezza dei dati, che si attestano al primo posto.