(Teleborsa) – Il vicedirettorte generale della Banca d’Italia, Paolo Angelini, ha dichiarato che “contromisure individuali, regolamentazione, supervisione, pur potenziate, non bastano a proteggere il settore da minacce sempre più sofisticate e insidiose. La cooperazione tra i vari attori coinvolti consente di promuovere la consapevolezza dei rischi connessi con le tecnologie più innovative, individuare tempestivamente le minacce e attivare le azioni di rimedio più efficaci”. “In questo ambito – ha sottolineato Angelini nel suo intervento in apertura del convegno “La cooperazione pubblico-privato per la resilienza cyber del settore finanziario italiano – Le opportunità per gli operatori e il ruolo del CERTFin – la cooperazione tra gli intermediari finanziari, lungi dal rappresentare una minaccia per la concorrenzialità del mercato, costituisce un indispensabile strumento di contenimento del rischio”.
La Banca d’Italia, ha ricordato, “ha da sempre promosso queste forme di cooperazione nei campi in cui le decisioni dei singoli intermediari non sono in grado di conseguire risultati ottimali. Tramite il proprio CERT (CERTBI), la Banca intrattiene rapporti di collaborazione con i diversi attori che operano nell’architettura nazionale di cybersicurezza: in primo luogo l’ACN, ma anche la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza. Ugualmente attraverso il CERT del settore finanziario, il CERTFin, avviato nel 2017 insieme all’ABI, facciamo fronte comune nella prevenzione e nel contrasto dei nuovi rischi”.
“L’esperienza di questi sette anni di funzionamento è ampiamente positiva – ha dichiarato Angelini – come testimoniato dalla crescita del numero di partecipanti (passati da circa 20 agli odierni 70), dal significativo aumento degli scambi informativi e dal potenziamento della rete di collaborazione con organismi simili a livello internazionale”. “Anche la cooperazione con soggetti esterni al mondo della finanza è assai importante – ha aggiunto –. Il cyber-spazio non ha confini, e le tecniche di attacco dei cybercriminali non differenziano la vittima in funzione del settore di appartenenza”.
Nel nostro Paese, da qualche anno, un approccio di sistema è reso possibile dall’adozione di una Strategia di cybersicurezza nazionale e dal ruolo trasversale assegnato alla ACN. Anche il legislatore europeo ha tracciato, con la direttiva NIS, un percorso di collaborazione tra le istituzioni dei settori essenziali della società e dell’economia”, ha sottolineato Angelini