(Teleborsa) – Oggi in Italia ci sono oltre 85.000 posti letto per studenti, con una crescente presenza di strutture di student housing moderne e gestite da operatori specializzati in linea con gli standard internazionali. Nei prossimi tre anni questo numero si incrementerà di circa 28.000 posti letto, con la maggior parte delle aperture di nuove strutture previste nel 2026, per arrivare a un’offerta che complessivamente supererà le centomila unità entro il 2027. Dal momento che il numero degli studenti presso le università tradizionali è atteso stabile nel breve periodo e che la quantità di offerta di alloggi per studenti è prevista in crescita, si stima che il tasso di copertura possa raggiungere il 15 per cento entro tre anni, limitando il divario nazionale con la media europea. Questi alcuni dei dati che emergono dal Rapporto ‘Lo student housing da mercato di nicchia a comparto maturo‘, presentato nel corso del convegno ITALIA CHIAMA EUROPA – Il futuro degli studentati al 2030 e realizzato da Scenari Immobiliari per Re.Uni, l’associazione che riunisce i tre principali player del settore student housing italiano (Camplus, CampusX e Joivy) e bedStudent.
“In Italia – ha dichiarato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – il settore dello student housing si dimostra un asset class in forte evoluzione, con un alto potenziale di investimento e diversificazione a livello geografico. Inoltre, l’attuale divario tra l’offerta esistente e la crescente domanda di alloggi universitari sta creando una grande opportunità per gli investitori immobiliari. L’attrattività del settore è confermata dal sempre più alto numero di sviluppatori, player e operatori di mercato. In particolare, gli studentati in pipeline si caratterizzano per una struttura degli investitori che vede attori diversi coinvolti, perlopiù fondi immobiliari o società straniere di investimento”.
“L’interesse nel business degli alloggi per studenti fuorisede – ha affermato Francesca Zirnstein, Direttore Generale di Scenari Immobiliari – è in crescita e ora occupa una fetta importante degli investimenti nel comparto residenziale, pari a circa il 45%. Lo student housing rappresenta una delle principali asset class di investimento alternativo nell’immobiliare e in grado di offrire rendimenti molto interessanti, grazie a una domanda in costante aumento. Un ulteriore incentivo per investire nello student housing arriva dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), questo investimento con fondi pubblici rappresenta un’ottima opportunità per i soggetti privati” e un banco di prova per le capacità di collaborazione dell’industria immobiliare e di verifica della qualità di chi gestisce le residenze.
“L’associazione Re.Uni è pienamente consapevole che il mercato delle residenze universitarie sta attraversando un momento di grande fermento e interesse, anche internazionale. Pensiamo quindi che sia necessario mettere in campo le risorse di gestori specializzati, competenti e attenti alle esigenze dello studente, per rispondere al meglio a questa esigenza reale di posti letto, anche grazie a una compiuta collaborazione tra soggetti privati e pubblici” ha affermato Maurizio Carvelli, Presidente Re.Uni. “Abbiamo scelto di lanciare pubblicamente l’associazione attraverso una ricerca perché spesso sul settore si presentano dati non corretti, soprattutto sui costi e sui posti letto, e riteniamo fondamentale lavorare partendo da dati reali perché solo così possiamo fare il bene degli studenti e del loro diritto allo studio. Proprio su questo il nostro lavoro si concentrerà nei prossimi anni perché solo con una vera riforma della legge per il diritto allo studio possiamo garantire più posti letto e quindi anche prezzi più competitivi che siano rispondenti alle esigenze di tutti gli studenti e le loro famiglie. Avendo come duplice obiettivo sia quello di allargare gli scritti all’associazione, che oggi è composta dai soci fondatori Camplus, Campus x, Joivy e del primo nuovo associato, bedstudent, sia quello di dialogare con investitori, enti pubblici e Ministero per garantire al sistema universitario un mercato dello student-housing all’altezza” ha concluso Carvelli.
I nuovi progetti residenziali per studenti
Negli anni a venire, l’attività immobiliare si concentrerà principalmente nei poli universitari del Nord Italia, come Milano, Torino, Padova, Bologna, Roma e Firenze acquisiranno anche maggiore importanza. La maggior parte dei nuovi posti letto per studenti universitari, oltre il 75%, sarà sviluppata nel Nord, mentre meno del 5% sarà destinato al Mezzogiorno e circa il 20% al Centro Italia. Città secondarie come Aosta, Bolzano e Bergamo mostrano anche un crescente interesse, mentre si nota la necessità di espandere i territori urbani consolidati verso aree provinciali come Sesto San Giovanni e Novate Milanese. Questa distribuzione potrebbe accentuare il divario tra i poli universitari del Nord e quelli del Sud, influenzando negativamente le iscrizioni nelle università meridionali, dove il tasso di copertura dei posti letto è significativamente inferiore alla media nazionale (8,8%).
Gli investimenti negli alloggi per studenti fuori sede
Negli ultimi tre mesi del 2023, gli investimenti nel settore residenziale hanno raggiunto circa 210 milioni di euro, con più di 180 milioni concentrati a Milano, segnando un aumento rispetto al trimestre precedente. Complessivamente, il volume degli investimenti nel settore residenziale ha toccato i settecento milioni di euro, rappresentando circa l’11% del totale. Questo interesse è particolarmente evidente nei comparti Build to Rent (costruire per affittare), Build to Sell (costruire per vendere) e student housing.
L’interesse degli investitori è sostenuto dalle nuove tendenze legate al vivere contemporaneo, in particolare per quanto riguarda gli alloggi per studenti fuori sede, che hanno attratto investimenti per 315 milioni di euro, costituendo il 45% dei volumi complessivi nel settore residenziale. Più del 70% di questi investimenti proviene da capitali stranieri.
Il settore student housing continua a crescere, con un aumento degli operatori e una diversificazione degli investitori coinvolti. Questo segmento è considerato essenziale per bilanciare un portafoglio immobiliare, grazie al consolidamento dei fondamentali di domanda sia attuale che futura, soprattutto a livello locale.
L’Italia segue il trend già consolidato in altri paesi europei, dove l’immagine del marchio e l’affidabilità delle istituzioni giocano un ruolo cruciale nel coinvolgimento delle diverse parti interessate. La residenzialità per studenti è vista come un’infrastruttura immobiliare fondamentale, con una distribuzione geografica dei posti letto molto eterogenea in Italia, riflettendo diverse velocità di crescita e adattamento nei vari territori.
Gli affitti nelle città universitarie
Nell’ultimo anno, i canoni d’affitto nelle principali città universitarie italiane hanno registrato incrementi significativi. Bari ha segnato la variazione più alta, oltre il 30%, seguita da Lecce, Brescia e Bologna con aumenti tra il 13% e il 15%. A Milano, Firenze e Padova gli aumenti sono stati più contenuti, riflettendo la maturità del mercato locale.
Per affittare una stanza singola nei quartieri universitari di Milano si richiedono mediamente 10.000 euro l’anno, corrispondenti a circa 340 euro/mq/anno (860 euro/stanza/mese). A Venezia, il canone medio è di 260 euro/mq/anno (650 euro/stanza/mese), con incrementi del 45% a Milano e del 18% a Venezia rispetto al libero mercato, registrati negli ultimi 5 anni.
L’offerta immobiliare residenziale per studenti in Italia
In Italia, l’offerta abitativa per studenti universitari è dominata dalle residenze convenzionate con i Dsu (Diritto allo Studio), che rappresentano quasi il 90% dei circa 49.000 posti letto disponibili su tutto il territorio nazionale. I Collegi universitari di merito (Ccum) offrono poco più di 5.000 posti letto aggiuntivi. Nonostante ciò, la copertura dei posti letto strutturati rispetto agli studenti fuorisede è del 7,3%. Pavia mostra un’offerta significativamente superiore alla media nazionale, mentre città come Torino, Padova, Milano e Bologna continuano ad attrarre studenti nonostante un’offerta sociale ancora limitata.