(Teleborsa) – Con più di 18.000 bond quotati per una capitalizzazione di oltre 800 miliardi di euro (quasi raddoppiata nel giro di quattro anni), la Borsa di Vienna è diventata una delle sedi di quotazione leader in Europa in campo obbligazionario. Una facilità di quotazione che fa risparmiare tempo e denaro agli emittenti, requisiti post-quotazione agili e prezzi competitivi sono le principali caratteristiche che hanno reso la capitale austriaca l’Exchange-regulated market (in altre parole un Multilateral Trading Facility) numero uno in Europa lo scorso anno e la terza sede in generale in Europa se si considerano anche i mercati ufficiali.
“Il nostro mercato è molto apprezzato dagli emittenti, dai consulenti legali e societari, nonché dagli investitori internazionali – racconta a Teleborsa Christoph Boschan, CEO del Vienna Stock Exchange – In pochi anni l’MTF di Vienna è diventato il luogo di quotazione delle obbligazioni più attivo in Europa nel segmento exchange-regulated. Il nostro approccio pragmatico accelera e semplifica notevolmente il processo di quotazione. In particolare, possiamo facilitare la quotazione alla data di emissione, fondamentale per gli emittenti di debito italiani. Abbiamo recentemente registrato il nostro miglior primo semestre di sempre per l’emissione obbligazionaria, con oltre 6.000 nuove obbligazioni quotate, e attualmente serviamo più di 1.000 emittenti obbligazionari attivi provenienti da 39 paesi con un volume totale di circa 800 miliardi di euro”.
Per quanto riguarda l’Italia, alla Borsa di Vienna sono presenti attualmente 197 obbligazioni di 131 emittenti, rendendo l’Italia “uno dei principali mercati europei” che guardano a questo listino. Sono presenti emittenti importanti come Snam, Saipem, Prysmian, Campari, Nexi e Pirelli.
Anche il segmento ESG di Vienna è “fiorente“, sottolinea il CEO, con più di 100 green bond quotati per un volume totale di emissione di 27,5 miliardi di euro. L’attesa è di “un’ulteriore crescita in futuro”. Nella prima metà dell’anno, hanno spiccato i green bond di UniCredit Bank Austria con 750 milioni di euro e l’utility nazionale Verbund con 500 milioni di euro.
Il boom delle quotazioni di bond non fa comunque diminuire gli sforzi sul comparto azionario, dice Boschan, che ha iniziato la carriera nel 1999 come securities trader presso Tradegate ed è stato CEO di Stuttgart Stock Exchange, prima di trasferirsi alla Borsa di Vienna, il cui gruppo gestisce anche la Borsa di Praga e fornisce servizi IT alle Borse nazionali di Budapest, Lubiana e Zagabria. “Naturalmente ci concentriamo anche sulle quotazioni azionarie – dice il CEO – La Borsa di Vienna è il luogo ideale in cui le aziende possono quotarsi in borsa. La quotazione nel segmento più alto del mercato prime offre alle aziende l’opportunità di essere incluse nell’indice di riferimento nazionale ATX e le mette sotto i riflettori degli investitori. La nostra sede di negoziazione si basa sull’infrastruttura di negoziazione all’avanguardia Xetra T7, utilizzata anche da altre rinomate borse valori in Europa. Pertanto, gli emittenti godono della più alta liquidità tra i loro concorrenti e hanno accesso ai membri del trading nazionali e internazionali”.
L’annual return dell’Austrian Traded Index (ATX), il più importante indice di borsa di Vienna, – inclusi i dividendi e dall’inizio del suo calcolo – è pari al 6,5%; la capitalizzazione del mercato è di circa 130 miliardi di euro e il turnover medio mensile si assesta sui 5 miliardi di euro.
Per quanto riguarda il mercato azionario, la Borsa di Vienna è interessante per quelle società dell’Europa meridionale o dell’Europa occidentale che cercano di raggiungere investitori nell’area DACH. “Siamo da tempo una testa di ponte – dice Boschan – Molti emittenti austriaci sono da molti anni protagonisti nell’Europa dell’Est e vi generano ricavi significativi. La crescita economica in questa regione è doppia rispetto a quella dell’Europa occidentale e continuerà a essere un’area di crescita, a vantaggio sia delle aziende che dei loro investitori. Siamo quindi abituati a essere un hub internazionale. Di conseguenza, siamo anche un buon punto di accesso dall’Europa meridionale alla regione DACH. Gli investitori statunitensi e britannici detengono la quota maggiore dell’ATX Prime, seguiti da investitori europei tra cui Austria (9,1%), Germania (6,3%) e Svizzera (2,1%)”.
La Borsa di Vienna ha visto anche le quotazione di alcune PMI italiane negli ultimi anni, anche se i numeri sono ancora limitati. “La Borsa di Vienna offre alle piccole e medie imprese italiane un accesso semplice ed economico al mercato dei capitali, simile alle nostre quotazioni obbligazionarie – afferma il CEO – Quattro azioni italiane sono attualmente quotate a Vienna e siamo in contatto con altri candidati interessati”.
A una domanda sul posizionamento della Borsa di Vienna all’interno dei vari listini europei, Boschan spiega: “La Borsa di Vienna è uno degli operatori borsistici più efficienti e diversificati delle sue dimensioni. La crescita degli ultimi anni conferma la nostra strategia. Ne è una prova il nostro successo nei settori di attività sui quali possiamo influenzare direttamente: quotazione di obbligazioni, distribuzione di dati, servizi IT e attività di custodia nella nostra affiliata Borsa di Praga. Inoltre, attraverso le nostre partecipazioni nelle borse energetiche, partecipiamo alle opportunità del mercato energetico europeo. Continueremo le nostre iniziative e svilupperemo ulteriormente i nostri servizi in modo lungimirante negli anni a venire”.
(Foto: Vienna Stock Exchange)