(Teleborsa) – Dal 2016, la Fondazione Roma Tre Teatro Palladium, creata dall’Università Roma Tre per valorizzare le attività del rinomato teatro romano di Garbatella, promuove una concezione di spettacolo basata sulla sinergia di azioni importanti e strettamente correlate come la formazione dei giovani studenti, l’interazione tra tradizione e innovazione, e il coinvolgimento della comunità accademica, cittadina e territoriale. Il tutto guardando sempre al futuro: una sfida non facile a cui la Fondazione e il suo Presidente Luca Aversano, prof. di Musicologia e Storia della Musica all’Università Roma Tre, non si sono mai sottratti.
Anzi. Sotto la sua guida – che dopo sei anni si avvia al termine – sperimentazione e ricerca artistica hanno dialogato proficuamente con la tradizione, la comunità e le giovani generazioni, vera anima dell’istituzione culturale della capitale.
Infatti il Palladium, che dal 2003 è tra i primissimi teatri universitari italiani e festeggia con orgoglio vent’anni di storia, è diventato un avamposto artistico e culturale di rilievo internazionale, attento a toccare temi sempre attuali, non ultime la transizione ecologica e la sostenibilità ambientale. Grazie ad un programma di altissimo profilo e qualità e a collaborazioni di spicco con – tra gli altri – il Teatro dell’Opera di Roma, il MIUR, il MIBAC e la Regione Lazio, ha saputo valorizzare il patrimonio musicale, coreutico, cinematografico e teatrale, sostenendo nettamente la produzione artistica più contemporanea, cercando nuove vie espressive e nuove prospettive, in costante contatto con il quartiere e la sua gente.
I numeri parlano da soli: con oltre 100 eventi a stagione e 20 mila spettatori l’anno a Garbatella, la missione della Fondazione diretta da Luca Aversano si può dire compiuta.
Abbiamo chiesto al Presidente di tracciare un bilancio degli ultimi anni dell’organizzazione da lui guidata. In che modo ha orientato il Teatro Palladium verso la promozione della cultura nella formazione accademica e didattica durante il suo mandato?
La modalità di interazione con l’ateneo di Roma Tre si è basata fin dall’inizio sull’idea di stabilire una connessione creativa con la ricerca e con la didattica universitaria: le iniziative del Palladium nascono da temi e approfondimenti scientifici e culturali legati agli studi e ai corsi della nostra università. Anche gli artisti più importanti che vengono al Palladium si confrontano spesso con i docenti e con gli studenti dell’università.
Quali sono stati i progetti pilota e, nel dialogo multidisciplinare, quali sono state le iniziative istituzionali che ha promosso?
I progetti pilota sono stati essenzialmente quelli basati su cicli di spettacoli ed eventi caratterizzati da una forte identità culturale e interdisciplinare e da una chiara vocazione formativa nei confronti degli studenti non solo dell’università, ma anche delle scuole: i progetti sul cinema muto con le sonorizzazioni dal vivo (“Sounds for Silents”), quelli di avvicinamento al teatro (“Audience Revolution”), le rassegne dedicate ai film e ai libri ispirati a musicisti o a gruppi musicali (rispettivamente “Vite in musica” e “Le parole non bastano”), i Festival dedicati al cinema (“Palladium Film Festival”), alla musica (“DAMS Music Festival”), al teatro negli spazi non ufficiali (“Overground”). Di recente abbiamo realizzato, come capofila della rete “Ecoritmi”, anche due progetti sulla transizione ecologica nella produzione dello spettacolo, finanziati da fondi PNRR del Ministero della Cultura.
Qual è il valore aggiunto della multidisciplinarietà in una programmazione teatrale accademica?
In una università il valore aggiunto sul piano multidisciplinare è costituito dalla possibilità di dialogare direttamente con gli esperti e gli specialisti dei diversi indirizzi dello spettacolo, che qui a Roma Tre operano in uno dei corsi di laurea in DAMS più validi a livello nazionale e internazionale. È inoltre importante anche il confronto con gli altri colleghi del Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo, nel cui ambito è collocato il nostro DAMS. Non mancano infine le intersezioni con gli altri dipartimenti universitari, principalmente con quelli di Studi umanistici e di Lingue, letterature e culture straniere.
Qual è stato l’impatto complessivo del Teatro Palladium sulla formazione culturale e artistica della comunità accademica e locale durante il suo mandato?
L’impatto complessivo del Teatro Palladium è stato evidente soprattutto nella formazione dei nostri studenti, che hanno avuto e hanno l’occasione di confrontarsi stabilmente con i processi di organizzazione, produzione e comunicazione dello spettacolo: una sorta di officina vivente, che si affianca in modo pratico e professionalizzante allo studio teorico e critico delle discipline del teatro, della musica, del cinema e della danza. Anche l’impatto sul territorio delle attività del teatro è stato significativo: abbiamo realizzato moltissime iniziative in collaborazione sia con il Municipio VIII di Roma Capitale, sia con diverse associazioni culturali di Garbatella, che è il quartiere di Roma in cui è situato il teatro. Il punto più alto di questa condivisione di intenti è stato rappresentato dai festeggiamenti per i venti anni del Teatro Palladium come teatro universitario (l’Università Roma Tre ha realizzato la sua prima stagione teatrale al Palladium nel 2003, dopo aver acquisito l’edificio nel 2002), che si sono svolti nello scorso ottobre 2023 con il contributo dei cittadini e degli artisti del quartiere.
In che modo ritiene che il legame tra educazione accademica e arti performative possa essere ulteriormente rafforzato e valorizzato in futuro?
Credo che si debba proseguire sulla strada già intrapresa del sempre maggiore coinvolgimento degli studenti e dei docenti nelle attività del teatro, nella consapevolezza che il palcoscenico è da una parte un luogo simbolico di rapporto con il presente, dall’altro uno strumento di conoscenza delle diverse tradizioni culturali del passato: da questo incontro nascono la visione e la rappresentazione del futuro.
Come ha contribuito a sviluppare le competenze critiche degli studenti attraverso le attività del Teatro Palladium? Quali approcci metodologici sono stati utilizzati?
L’approccio metodologico principale è stato quello di avviare un dialogo diretto tra gli studenti e gli artisti che si sono alternati sul nostro palcoscenico. Accanto a questo, ho cercato di promuovere la partecipazione degli studenti stessi alla vita del teatro nei suoi vari aspetti, per es. la gestione della sala, la preparazione dei materiali, le questioni logistico-organizzative e della comunicazione, la segreteria artistica ecc. Ma l’esperienza più stimolante è stata sicuramente quella di far lavorare gli studenti intorno a dei progetti di creazione artistica, dai quali sono anche nati dei gruppi studenteschi stabili che operano all’interno del teatro (Coro Roma Tre Teatro Palladium, Roma Tre Jazz Band, Palladium Ensemble). In sintesi, l’idea di riferimento è stata quella di cercare un buon equilibrio tra la riflessione critica e l’approccio pratico-laboratoriale.