(Teleborsa) – Le organizzazioni di tutti i settori si stanno organizzando per affrontare l’impatto trasformativo della bioingegneria, ovvero l’applicazione dei principi della biologia e dell’ingegneria, insieme all’intelligenza artificiale e alle tecniche computazionali basate sui dati, per creare sistemi biologici nuovi o riprogettati per scopi rilevanti. Le aziende stanno cercando di sfruttarne i recenti progressi per ottenere benefici ambientali e prodotti migliori: è quanto emerge dall’ultimo report del Capgemini Research Institute sulla bioeconomia, “Engineering biology: The time is now”, che rileva come la sostenibilità sia uno dei principali driver dell’interesse delle aziende, tanto che oltre il 70% si aspetta che le biosoluzioni accelerino significativamente i loro progressi verso gli obiettivi di sostenibilità.
Altri fattori che contribuiscono a questo risultato sono i vantaggi in termini di costi e prestazioni. Il report mette anche in evidenza alcune delle possibili sfide da superare nella realizzazione di questo potenziale, che vanno dalla consapevolezza e dall’accettazione da parte del mercato ai costi elevati e alla carenza di professionisti qualificati.
Per quanto riguarda la necessità di una maggiore prevedibilità e di uno sviluppo più rapido, l’uso dell’intelligenza artificiale e di principi ingegneristici per creare sistemi biologici nuovi o riprogettati sta introducendo innovazioni significative in tutti i settori. Il report rileva che quasi tutti i dirigenti intervistati (99%) prevedono che la bioingegneria porterà a cambiamenti radicali nel loro settore nei prossimi cinque-dieci anni o più. I progressi tecnologici nella sintesi, nell’editing e nel sequenziamento del DNA hanno aumentato significativamente la velocità e la precisione con cui è possibile ingegnerizzare i sistemi biologici, riducendo al contempo i costi. Inoltre, i rapidi progressi dell’intelligenza artificiale hanno portato a miglioramenti significativi nella comprensione e nella previsione delle strutture proteiche e metaboliche.
La maggior parte delle organizzazioni (96%) sta già studiando le biosoluzioni: il 40% è in fase esplorativa, mentre il 56% si sta impegnando più attivamente in sperimentazioni, progetti pilota o implementazioni su scala ridotta. Il costante aumento degli investimenti segnala un sentiment di mercato positivo sul potenziale scientifico e commerciale della bioingegneria, con il 68% dei dirigenti che afferma che la propria organizzazione prevede di aumentare gli investimenti nei prossimi due-cinque anni.
“La bioeconomia si trova in una fase cruciale che promette opportunità illimitate per le organizzazioni, e i leader aziendali ne sono sempre più consapevoli. Le biosoluzioni stanno già rendendo possibili innovazioni davvero rivoluzionarie, con un impatto diretto su numerosi aspetti della nostra vita quotidiana – ha commentato Umberto Larizza, Managing Director di Capgemini Invent in Italia –. Ad esempio, lo sviluppo di organismi che catturano la CO2 e di microbi che purificano l’acqua, la creazione di biocarburanti dai rifiuti o di medicinali di nuova generazione che agiscono su specifici profili di DNA. Tuttavia, sono necessari maggiori investimenti per capitalizzare questo slancio e raggiungere la redditività del mercato. Grazie all’AI generativa che accelera la velocità e la precisione del processo di progettazione, riducendo al contempo i costi, la bioingegneria è pronta a ridisegnare e trasformare completamente le aziende nei prossimi anni”.