(Teleborsa) – Il prezzo dell’oro è salito per la prima volta sopra i 2.500 dollari l’oncia nel pomeriggio di venerdì, mostrando un rialzo superiore al 20% da inizio anno, tra incertezze geopolitiche, aspettative di tagli dei tassi di interesse da parte della Fed e forte appetito da parte delle banche centrali.
La soglia psicologica è stata rotta dall’oro giallo, considerato il bene rifugio per eccellenza, poco prima delle 16 ore italiana, alla fine di una settimana in cui sono stati pubblicati diversi dati macroeconomici negli Stati Uniti che hanno rafforzato le previsioni per un primo allentamento da parte della Fed (minori costi di prestito sono positivi per l’oro in quanto non paga interessi) e per un “atterraggio morbido” da parte della più grade economia del mondo.
In particolare, i dati per il mese di luglio dell’indice dei prezzi alla produzione (pubblicato giovedì) e dell’indice dei prezzi al consumo (pubblicato mercoledì) hanno indicato che l’inflazione si attenuando, il che potrebbe mantenere la Federal Reserve statunitense sulla buona strada per iniziare il suo ciclo di allentamento monetario con un taglio dei tassi di 25 punti base il mese prossimo. Inoltre, la produzione industriale e le vendite al dettaglio, pubblicate giovedì e sempre riferite al mese di luglio, hanno confermato il quadro. Venerdì è emerso che le costruzioni di nuove case negli Stati Uniti sono scese a luglio al livello più basso dopo la pandemia, poiché i costruttori si trovano a dover fare i conti con la debole domanda che mantiene alti i livelli di inventario.
“Riteniamo che l’attenzione dell’oro rimarrà fermamente sulla portata e la tempistica della probabile mossa della Fed di tagliare i tassi – ha commentato Ewa Manthey, Commodities Strategist di ING – Anche la geopolitica rimarrà uno dei fattori chiave che guidano i prezzi dell’oro. La guerra in Ucraina e il conflitto in corso in Medio Oriente, insieme alle tensioni tra Stati Uniti e Cina, suggeriscono che la domanda di beni rifugio continuerà a sostenere i prezzi dell’oro nel breve e medio termine”.
“Le elezioni presidenziali statunitensi di novembre continueranno anche ad aumentare lo slancio al rialzo dell’oro fino alla fine dell’anno, a nostro avviso – ha aggiunto – Si prevede inoltre che le banche centrali continueranno ad aumentare le loro partecipazioni, il che dovrebbe offrire supporto”.
Ora l’attenzione degli investitori è rivolta alla pubblicazione dei verbali della precedente riunione della Fed e alle parole del presidente della Fed Jerome Powell sull’economia statunitense al simposio di Jackson Hole, previste la prossima settimana.