(Teleborsa) – “Qual è il costo che la guerra in Ucraina ha finora imposto ai contribuenti italiani sia in termini di sostegno economico che militare’. Con una lettera aperta al Presidente del Consiglio Meloni e ai ministri dell’ Economia, Giorgetti e della Difesa, Crosetto, Federcontribuenti ”in rappresentanza dei cittadini italiani che con i propri contributi sostengono l’operato dello Stato” chiede ai rappresentanti delle Istituzioni ricordando come la Costituzione italiana, ”nel suo spirito pacifista e di promozione della giustizia internazionale, proibisce espressamente la partecipazione dell’Italia a conflitti armati, se non in caso di legittima difesa”.
Tuttavia, si legge nella ‘lettera aperta’:”nonostante tale precetto costituzionale, il nostro Paese ha fornito armi e sostegno logistico all’Ucraina. Un contributo che appare in palese contraddizione con i principi fondamentali della nostra Repubblica e solleva interrogativi cruciali: per quale motivo l’Italia ha deciso di sostenere militarmente un Paese che, secondo la legge italiana, non potrebbe utilizzare tali armi?”.
Ancor più preoccupante è il fatto, scrive l’associazione dei consumatori ”che il contribuente italiano sia chiamato a sostenere finanziariamente le operazioni militari e la controffensiva ucraina, anche nel caso dell’ingresso nel territorio russo a Kursk”. In tal senso, non possiamo accettare, ricorda Federcontribuenti, la risposta fornita lo scorso 21 marzo dalla Presidente del Consiglio, secondo cui il supporto militare dell’Italia all’Ucraina non rappresenterebbe un costo per le casse statali. ”Tale affermazione – si sottolinea nella ‘lettera aperta’ – è stata smentita da fonti autorevoli come Mil€X, l’Osservatorio indipendente sulle spese militari italiane, che ha stimato un costo di circa un miliardo di euro per le armi inviate all’Ucraina. Questo calcolo si basa sugli annunci più recenti relativi all’aumento dei fondi dell’European Peace Facility (EPF), uno strumento finanziario ‘fuori bilancio’ a sostegno delle iniziative militari internazionali europee, oltre alle valutazioni già effettuate dallo stesso osservatorio sui primi sei invii di armamenti italiani”. In qualità di prima associazione dei contribuenti italiani, ”chiediamo che vengano fornite risposte chiare e trasparenti su questa delicata questione. In particolare, chiediamo di sapere quale sia stato, fino ad oggi, l’esatto ammontare delle risorse economiche e militari che l’Italia ha destinato al conflitto in Ucraina”.
Infine, Federcontribuenti si appella al Garante, organo monocratico che fa capo al Mef, istituito in ogni regione con il compito di tutelare i diritti del contribuente e di garantire un rapporto di fiducia tra cittadini e Amministrazione finanziaria: ”Chiediamo che venga avviata un’indagine per verificare la legittimità delle spese sostenute e per assicurare che i diritti dei contribuenti italiani siano adeguatamente protetti”.