(Teleborsa) – Crolla il prezzo del petrolio sulle piazze finanziarie internazionali, di riflesso alle speranze di una tregua in Medioriente, dopo che Israele ha accettato la già vacillante proposta di pace degli Stati Uniti.
“Israele ha accettato la proposta Usa per il cessate il fuoco”, ha annunciato ieri sera il segretario di Stato americano Antony Blinken, dopo il pressing esercitato sul premier Benjamin Netanyahu per sbloccare lo stallo dei negoziati e la liberazione degli ostaggi. “No a una escalation della crisi”, ha detto ancora Blinken in conferenza stampa da Tel Aviv, ricordando che “senza accordo gli ostaggi potrebbero morire”.
Se le pressioni hanno avuto un risultato positivo in Israele, appare più arduo il proposito di convincere Hamas, che avverte “senza un cessate il fuoco totale, non accetteremo alcun accordo”. “Le dichiarazioni di Blinken sono contrarie alla verita’. Hamas ha accettato l’accordo, ma il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu lo ha rifiutato”, ha detto Taher al-Nono, portavoce di Hamas in risposta alla richiesta di Blinken di accettare quest’ultima proposta di tregua.
La situazione è fluida, ma i mercati sembrano già credere in questa tregua, quindi il petrolio è scivolato fino al 3% a partire da ieri sera e si conferma in ribasso questa mattina. Al Nymex di New York, il future sul b statunitense segna un calo dello 0,76% a 73,09 dollari al barile, mentre il Brent cede lo 0,75% a 77,07 USD/b.
A pesare sul greggio concorre poi la debolezza dell’economia cinese, in particolare del comparto immobiliare, che ha costretto la banca centrale ad un taglio dei tassi anticipato a luglio. Una linea accomodante che la PBOC ha confermato al termine del meeting odierno, anche se il mercato sperava in un nuovo intervento a sorpresa sui tassi.