(Teleborsa) – Sul tavolo del governo arriva una possibile stretta per chi punta alla pensione anticipata solo sulla base dei contributi versati. Per la legge di Bilancio, si starebbe esaminando la possibilità di introdurre un allungamento delle finestre per l’accesso alla pensione anticipata, con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 per le donne), che al momento sono ferme a tre mesi.
Da quest’anno sono state allungate le finestre per Quota 103 da 3 a 7 mesi per il privato e da 6 a 9 per il pubblico. Per l’anno prossimo sarebbe in atto una discussione sull’allungamento delle finestre per le anticipate, indipendentemente dall’età, da 3 a 6-7 mesi.
L’aumento delle finestre porterebbe all’uscita dal lavoro dopo 43 anni e 4 mesi – o addirittura a 43 anni e 5 mesi nel caso di allungamento della finestra a 7 mesi – per gli uomini e dopo 42 anni e 4 mesi per le donne. Si ripristinerebbe così l’equilibrio con il canale di Quota 103 (62 anni di età e 41 contributi) diventato non solo più difficilmente raggiungibile con l’allungamento delle finestre ma anche meno conveniente con l’imposizione del metodo di ricalcolo contributivo che per molti significa una riduzione a regime dell’assegno pensionistico.
Remota, per il momento, anche per le pensioni anticipate con 42 anni e 10 mesi, indipendentemente dall’età, la possibile introduzione del metodo di calcolo contributivo da applicare su tutti i contributi versati. Questo intervento comporterebbe un risparmio significativo ma sarebbe difficilmente accettabile dall’attuale maggioranza oltre che dai sindacati.