(Teleborsa) – Sin dall’inizio, sin dal 2019 ha individuato negli NFT uno tra i più proficui e interessanti mercati su cui investire e in men che non si dica è entrato nel gotha dei collezionisti di Non Fungible Tokens mettendo a segno un colpo leggendario quando si è aggiudicato niente di meno che l’NFT più importante nella storia dell’arte.
Parliamo di TokenAngels, collezionista italiano anonimo che ha pagato 205 ETH, il corrispondente di 320 mila dollari, uno dei Pepe più rari di sempre, l’Homer Pepe. L’acquisto di Homer Pepe da parte di TokenAngels è ritenuto dagli esperti un punto di svolta che ha contribuito a elevare il profilo degli NFT e a dimostrare il potenziale economico – ma anche culturale – dei collezionabili digitali.
L’angel investor con numerose partecipazioni in startup nel mondo blockchain e Web3, in breve tempo, ha consolidato la sua reputazione di “CryptoArt maximalist“, rafforzata anche dall’acquisto di alcuni dei CryptoPunks più rari al mondo.
I CryptoPunks sono una delle primissime e ancora iconiche collezioni di asset digitali nella storia delle criptovalute e dell’arte digitale, composta da 10.000 personaggi unici generati algoritmicamente. Ciascuno è rappresentato da un’immagine di 24×24 pixel e registrati sulla blockchain di Ethereum – una delle prime e più popolari Blockchain con ruolo predominante per la creazione e il trading di NFT – per garantirne l’unicità, la scarsità e la proprietà verificabile.
Stando agli ultimi report sugli NFT, i primi mesi del 2024 sono stati molto proficui e hanno fatto registrare un incremento del 25% nelle vendite dei Non Fungible Token a febbraio e le piattaforme consolidate, come OpenSea, stimano una crescita del 10-25% nei volumi delle transazioni, con una media giornaliera che potrebbe raggiungere le 300.000 unità. Tornando al ruolo di mecenate assurto da TokenAngels, il collezionista e investitore anonimo supporta attivamente artisti digitali e nuovi progetti nel settore in crescita, contribuendo in questo modo non solo a finanziare il mercato degli NFT ma ad attirare nuovi collezionisti e investitori incrementando la credibilità e il valore a lungo termine di questo mercato così vivo.
Anche a lui, in qualche modo, va riconosciuto il merito di aver contribuito a regolamentare il mercato degli NFT: dal 2023, infatti, aziende, creatori, marketplace e acquirenti hanno adottato pratiche più sostenibili e trasparenti. Questa scelta ha indubbiamente dato i suoi frutti, traducendosi in una riduzione delle attività speculative e illecite e favorendo un ambiente più sicuro per gli investimenti.
Su ARTE.TV, TokenAngels presenta “What the Punk!“, un docufilm – di cui è anche co-produttore – che esplora l’ascesa, la crisi e le prospettive future degli NFTs, una delle forme d’arte più controverse degli ultimi 10 anni. Nel documentario la storia dei due geeks creatori dei Cryptopunks che negli anni hanno raggiunto volumi miliardari si scontra con quella di un crypto artista che utilizza la blockchain come protesta contro il potere finanziario, riflettendo sull’esistenza o meno di un’etica dell’ NFT, un ‘bright side’ dove veramente si incontrano creatività, collezionismo puro ed arte.
Una delle prospettive future più brillanti e più auspicabili per il mondo degli NFT, e tutte le implicazioni legate al Web 3.0, riguarda ad esempio la maggiore sostenibilità dei certificati digitali non duplicabili.
Soltanto due anni fa, nel 2022, infatti, l’università inglese UCL, con il team guidato dal professor Paolo Taticchi, ha creato la prima opera d‘arte digitale a basso impatto, ovvero utilizzando una blockchain ecologica e compensando le emissioni di CO2. In più solo di recente gli NFT possono essere utilizzati come driver dei Carbon Credit: vale a dire che gli investitori possono possedere e scambiare crediti di carbonio in modo unico e sicuro poiché uno dei grandi vantaggi di usare la tecnologia blockchain e gli smart contract (anche per i crediti di carbonio) è la trasparenza.
In altre parole ciò rende più facile vendere e comprare questi “beni ambientali” e incoraggia altresì le aziende a partecipare attivamente al mercato: ogni volta che questi “eco-NFT” vengono scambiati, l’azienda può guadagnare una commissione, creando così una nuova fonte di entrate.
E mentre la blockchain sta evolvendo verso soluzioni più sostenibili, come il passaggio a meccanismi di consenso meno energivori, gli artisti e i creatori si stanno sempre più attivamente impegnando ad usare gli NFT per sostenere iniziative di giustizia sociale, donando parte dei profitti a organizzazioni benefiche.