(Teleborsa) – La debolezza dei dati sul lavoro negli Stati Uniti e l’esaurimento del carry trade sullo yen giapponese hanno innescato all’inizio del mese un sell-off del mercato, con conseguente aumento della volatilità. Tuttavia, potrebbe essere troppo presto per comprare approfittando del ribasso, dato che i rischi all’orizzonte stanno aumentando. È quanto sostenuto da Michaël Lok, Group CIO e Co-CEO Asset Management di Union Bancaire Privée (UBP). “Durante il simposio di Jackson Hole, che si è tenuto questo fine settimana, la Federal Reserve ha fatto chiarezza sui tempi e sulla portata del suo imminente ciclo di tagli dei tassi. Tuttavia, si profilano importanti sfide a causa delle imminenti elezioni statunitensi e dei crescenti rischi geopolitici, come i conflitti che coinvolgono Israele e l’Iran, la Russia e l’Ucraina e potenzialmente Taiwan, oltre all’indebolimento del dollaro USA”, ha sottolineato l’analista.
La crescita globale dovrebbe rimanere robusta, intorno al 3,2%, ma si prevede che negli Stati Uniti il ritmo dovrebbe cambiare, mentre in Europa e nei mercati emergenti i driver di crescita rimangono fragili. Gli Stati Uniti hanno registrato un netto rallentamento alla fine del secondo trimestre. La fiducia delle famiglie e dell‘industria si è indebolita e l’attività è stata più volatile sia dal lato dell’offerta che da quello dei consumatori, con un elevato turnover tra i settori. Nella seconda metà dell’anno, la crescita dovrebbe scendere ben al di sotto del 2%, permettendo al mercato del lavoro di riequilibrarsi, con un probabile aumento del tasso di disoccupazione, ma anche un rallentamento dei prezzi degli affitti e dei servizi. In attesa della nuova situazione politica che seguirà alle elezioni presidenziali, la crescita dovrebbe attestarsi tra l’1,5% e il 2% nei prossimi trimestri.
Negli Stati Uniti, l’aumento della disoccupazione e il calo dell’inflazione dovrebbero consentire alla Fed di tagliare i tassi già a settembre, come suggerito dal governatore Powell. La strategia della Fed è più equilibrata, vista la tenuta dei prezzi nel settore dei servizi e il marcato rallentamento dell’attività economica.
Sebbene il recente sell-off abbia corretto le valutazioni del mercato azionario (in particolare per le società tecnologiche a grande capitalizzazione), permangono all’orizzonte difficoltà per l’asset class. Tra queste, le elezioni statunitensi, le tensioni geopolitiche che coinvolgono Israele e Iran, Russia e Ucraina, il rallentamento della crescita economica statunitense e le elevate aspettative di crescita degli utili. “Non stiamo acquistando l’attuale calo del mercato azionario e sfrutteremmo un eventuale rimbalzo tecnico per riposizionare i portafogli verso aree di mercato più difensive, costituite da società con un’elevata visibilità dei ricavi e degli utili, nonché beneficiarie di una crescita strutturale – ha spiegato Lok –. In questo contesto, abbiamo aumentato i nostri rating interni settoriali sulle utility e sull’healthcare, la cui crescita degli utili è relativamente immune ai rallentamenti economici e quindi più protetta dal rischio di revisioni degli utili al ribasso”.
“A livello regionale, abbiamo abbassato il nostro livello di convinzione sulle azioni giapponesi a causa dell’incertezza a breve termine (il continuo esaurimento del carry trade) e della potenziale forza dello yen – ha proseguito –. Con l’apertura della Bank of Japan a un rialzo dei tassi di interesse, resta da vedere se questo sarà positivo o negativo per l’economia giapponese, anche se l’aumento dei tassi di interesse è semplicemente il risultato della normalizzazione economica dopo un lungo periodo di politica monetaria espansiva. In un contesto di rallentamento della crescita economica globale, guidata dagli Stati Uniti, anche il mercato azionario giapponese orientato ai settori ciclici è a rischio, il che giustifica la nostra posizione più cauta”. “L’oro ha toccato nuovi massimi storici, con i mercati che hanno digerito i dati sul CPI (Consumer Price Index) statunitense inferiori alle attese e la prospettiva di un imminente taglio dei tassi della Fed. Le prospettive rimangono costruttive nel medio termine”, ha concluso l’analista.