(Teleborsa) – Il settore riassicurativo globale ha coperto il proprio costo del capitale nel 2023 per la prima volta in quattro anni e S&P si attende che ciò avvenga anche nel 2024-2025, consolidando la sua view stabile sul settore. È quanto emerge dal nuovo report di S&P Global Ratings sul settore. Lo studio ha evidenziato che gli ottimi risultati dei riassicuratori nel 2023 riflettono anni di sforzi di sottoscrizione, oltre ad essere favoriti nell’ultimo decennio da prezzi e rendimenti degli investimenti elevati che hanno portato benefici ai profitti del settore. Tali condizioni si sono estese fino al 2024, anche se i prezzi in alcune linee hanno iniziato a moderarsi a partire dal rinnovi di metà anno.
Le prospettive di redditività per i riassicuratori sono solide per il 2024-2025, dopo i robusti risultati operativi del 2023 e della prima metà del 2024, con i margini di profitto più alti degli ultimi anni, grazie al pricing favorevole nei rami short-tail, a un buon reddito da investimenti e a una capitalizzazione rafforzata, con un margine di sicurezza tale da offrire una probabilità del 99,99% di coprire eventuali perdite.
Il posizionamento strategico dei riassicuratori ha permesso loro di evitare in gran parte le elevate perdite legate alle catastrofi naturali secondarie durante lo scorso anno, anche se rimangono esposti a potenziali perdite significative dovute a catastrofi naturali primarie. Il pricing del ramo casualty resta sotto attenta osservazione, poiché le riserve per sinistri di responsabilità civile degli Stati Uniti restano vulnerabili al rischio di inflazione, soprattutto per gli anni di sottoscrizione più deboli, dal 2014 al 2019.
L’anno scorso è stato il quarto anno consecutivo in cui le perdite assicurative globali dovute a catastrofi naturali hanno raggiunto il livello più alto di 100 miliardi di dollari, anche se i riassicuratori hanno evitato la maggior parte dei costi. La dinamica nel 2023 e nel 2024 è unica perché la maggior parte delle catastrofi sono il risultato di pericoli secondari – principalmente tempeste convettive – che in genere non raggiungono le soglie richieste per attivare le politiche di riassicurazione a causa della loro maggiore frequenza e minore gravità. “Tuttavia – ha sottolineato il rapporto –, quest’anno i riassicuratori potrebbero trovarsi sotto pressione in caso di pericoli primari come uragani o terremoti, che sono meno frequenti dei pericoli secondari ma possono causare perdite più gravi e diventare più prevalenti”.