(Teleborsa) – Pronto il secondo taglio dei tassi con cui la Bce allenta la stretta monetaria iniziata durante la crisi energetica del 2022-2023.
Ma se il tasso sui depositi – da anni quello di riferimento per il costo del denaro – scenderà probabilmente di 25 punti base, con la riunione di oggiì entra in vigore il nuovo regime con cui la Bce orienta la politica monetaria. Con il risultato che il tasso sui rifinanziamenti alle banche scenderà probabilmente di 60 punti base: 25 dei quali di riduzione del costo del denaro, e 35 a causa di un aggiustamento tecnico previsto del nuovo ‘quadro operativo’ annunciato dalla Bce a marzo.
Dopo il taglio da 25 punti base deciso a giugno, dunque, la Bce è pronta a sforbiciare dello stesso ammontare, poi ancora a dicembre e con cadenza trimestrale nel corso del 2025. Salvo sorprese in negativo dell’inflazione, che potrebbero aprire alla possibilità di tagli più frequenti: su questo potrebbero essere dirimenti le parole di Lagarde.
“Crediamo che lo scenario più probabile per oggi sia un taglio dei tassi di interesse (25 punti base per quello sui depositi e 60 punti base per quello sulle operazioni di rifinanziamento a una settimana)”, spiega Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia in previsione del meeting della BCE atteso oggi. “Il governatore della BCE, Christine Lagarde, rimarrà, a nostro avviso, molto ermetica cercando di non fare trasparire nulla in merito alle discussioni all’interno del Consiglio Direttivo per evitare di destabilizzare i mercati. Sarà ribadito che l’approccio della BCE continuerà ad essere dipendente dall’andamento dei dati macroeconomici e solamente nuove indicazioni di forte rallentamento della crescita dei prezzi al consumo potrebbero convincere i banchieri centrali a tagliare nuovamente i tassi a settembre. Manteniamo le nostre prospettive su un solo taglio dei tassi di interesse nelle prossime due riunioni (ottobre e dicembre) perché valutiamo che l’inflazione possa rimanere su livelli elevati più a lungo del previsto”.