(Teleborsa) – L’ex presidente della BCE Mario Draghi ha dichiarato di essere “consapevole che ci vorrà tempo” per dare seguito al Rapporto sulla competitività. Intervenendo Il tempo delle donne, iniziativa del Corriere della Sera a Milano, Draghi ha aggiunto che “guardando la situazione dei vari governi in Europa è abbastanza scoraggiante perché sono tutti molto deboli quindi prendere grandi decisioni diventa difficile. Ma la risposta non deve arrivare in una settimana. L’importante è avere una visione a comune”.
“Si vuol essere padroni del proprio destino o no? Affrontare l’espansionismo cinese, l‘aggressione russa, quel che succederà negli Usa in situazione di autonomia o di dipendenza, forse anche di servitù a un certo punto? Il rapporto vuole dare una risposta su cosa fare per essere indipendenti. Per esserlo bisogna avere un’unità di vedute, in politica estera, sulla difesa”, ha spiegato.
Quanto alla possibilità di coinvolgere tutti i 27 Stati membri Draghi ha affermato: “se si riesce bene, altrimenti si lavora a gruppi di Paesi, si fanno accordi intergovernativi“. L’importante è – ha aggiunto – “raggiungere la consapevolezza che si vuole essere indipendenti nell’affrontare le sfide del momento”.
“Il calcolo dei 7-800 miliardi l’anno viene dal basso ed è stata una cifra raggiunta da due istituzioni indipendenti Commissione e Bce. E come si fa a finanziarla? In gran parte dai risparmi privati. Noi risparmiamo moltissimo, più degli Stati Uniti. Fa dispiacere che la ricchezza delle famiglie americane sia tre volte la nostra e la questione ha a che fare con la crescita”, ha dichiarato Draghi. “Il risparmio privato – ha aggiunto – è il principale canale di finanziamento ma non con l’attuale mercato dei capitali, serve mercato più integrato”. “Queste cifre – ha proseguito – sono gigantesche e il paragone col piano Marshall è per dare l’idea della grandezza ma sono realistiche”. Tutto questo si può fare anche se poi “serve una parte di investimento pubblico comune perché sennò in alcuni casi il debito di alcuni Paesi diventa troppo alto e poi, noi lo sappiamo bene, è un disastro e si ferma tutto. Questa è la logica”.