(Teleborsa) – Questa settimana, la Federal Reserve ha effettuato il primo taglio dei tassi d’interesse di riferimento del post-pandemia. Sul fronte europeo, sebbene la BCE sembri indirizzata verso un percorso di taglio dei tassi più graduale, le prospettive per il secondo semestre dell’anno appaiono favorevoli per le mid/small cap, che sono un proxy per i titoli growth in Italia. Tuttavia, il peggioramento dei dati macro e le forti tensioni geopolitiche aumentano il rischio di stime deludenti, suggerendo un approccio di investimento selettivo. Lo si legge nel report mensile di Intermonte sull’andamento del segmento italiano delle mid-small cap, a cura di Andrea Randone, Head of Mid Small Cap Research.
In questo contesto, Intermonte conferma la preferenza per i titoli con una buona generazione di cassa ed esposizione a solidi trend internazionali. Ancora una volta, pensa che il sottogruppo degli “abilitatori digitali” potrebbe beneficiare di prospettive piuttosto resilienti, così come altri nomi di “qualità”.
I risultati del terzo trimestre dovrebbero fornire un flusso di notizie rilevante, mentre la liquidità, che sta mostrando segnali di stabilizzazione, resta un altro importante fattore di selezione.
Sebbene continuino gli annunci di delisting, Intermonte ritiene che il calo dei rendimenti possa innescare una ripresa delle acquisizioni e delle IPO, il che sarebbe una notizia molto gradita per il segmento delle mid/small cap. L’avvio di un fondo sponsorizzato dalla banca di sviluppo italiana CDP (il progetto sarà presentato il 30 settembre alla Borsa di Milano) potrebbe essere un catalyst significativo per le mid/small cap italiane. Il fondo avrebbe circa 1 miliardo di euro di finanziamenti iniziali, il 49% da CDP e il 51% da investitori privati, tra cui fondi pensione, assicuratori e società di gestione patrimoniale.