(Teleborsa) – L’offerta lorda e netta di BTP nel 2025 sarà pari, rispettivamente, a circa 350 miliardi di euro e circa 100 miliardi di euro. Considerando anche il quantitative tightening (QT) della Banca centrale europea (BCE), gli investitori privati dovranno assorbire circa 180 miliardi di euro di BTP l’anno prossimo, una cifra superiore a quella del 2024. Lo afferma Barclays in una ricerca sul tema, sostenendo che il continuo supporto delle famiglie non può essere dato per scontato e che gli investitori non residenti potrebbero aumentare il ritmo degli acquisti vista la loro quota relativamente bassa rispetto agli standard storici.
I dati sugli acquisti
Negli ultimi due anni, le famiglie italiane hanno svolto un ruolo chiave nell’assorbimento dell’offerta netta. Ampi risparmi, rendimenti più elevati dopo anni di tassi bassi, vantaggi fiscali rispetto all’acquisto di altri asset e il lancio di nuovi strumenti del Tesoro con premi fedeltà detenuti fino alla scadenza (vedi BTP Valore) sono stati i motori di questa maggiore partecipazione, secondo gli analisti della banca d’affari.
Il ritmo degli acquisti da parte delle famiglie ha subito un leggero rallentamento dal quarto trimestre del 2023 (probabilmente in parte a causa del calo dei rendimenti dei BTP rispetto ai picchi di fine 2023). Allo stesso tempo, il ritmo degli acquisti da parte di non residenti ha accelerato ultimamente. La domanda è se la domanda delle famiglie continuerà a essere una fonte chiave di assorbimento dell’offerta netta se i rendimenti continueranno a scendere.
Le previsioni di Barclays
Dal punto di vista della capacità di acquisto, le famiglie sembrano avere una “dry powder” significativa per aumentare le loro partecipazioni in BTP, dati gli elevati livelli di valuta e depositi detenuti. Tuttavia, se il comportamento storico si conferma vero, è probabile che la loro propensione ad acquistare diminuisca con il calo dei rendimenti.
Con l’emissione netta post QT che spinge al rialzo, un raffreddamento della domanda di BTP da parte delle famiglie implicherebbe naturalmente che altre categorie di investitori saranno costrette ad aumentare i loro acquisti. “Pensiamo che gli investitori non residenti sarebbero un candidato ovvio per aumentare il ritmo degli acquisti, con la loro quota di possessori nel mercato ancora relativamente bassa rispetto agli standard storici”, si legge nella ricerca.
Il pericolo di rischi politici
Un’improvvisa recrudescenza dei rischi politici italiani, o shock più ampi alla propensione al rischio degli investitori, potrebbero rappresentare rischi per il regolare assorbimento della massiccia offerta netta italiana. In particolare, uno shock di questo tipo probabilmente porterebbe gli investitori a richiedere una concessione sul prezzo per assorbire l’emissione italiana, il che implica un ampliamento degli spread italiani rispetto ai loro attuali livelli relativamente stretti.
A parità di condizioni, una maggiore dipendenza dai non residenti per soddisfare le esigenze di finanziamento netto potrebbe aumentare questo tipo di rischio (con flussi di investitori non residenti potenzialmente più vulnerabili a brusche oscillazioni del sentiment). In effetti, le dinamiche del mercato OAT negli ultimi mesi hanno illustrato la potenziale reazione del mercato in risposta agli shock politici, nel caso di paesi con fondamentali fiscali difficili e una significativa dipendenza dagli investitori non residenti. “Tutto sommato, sebbene non consideriamo le dinamiche di domanda/offerta nei BTP preoccupanti al momento, potrebbero diventare una fonte di preoccupazione per gli investitori se un notevole shock politico/macro dovesse colpire il mercato nei prossimi trimestri”, viene sottolineato.