(Teleborsa) – Il problema della differenza dei prezzi dell’energia tra paesi ora “si è aperto anche in Europa”. Questo – ha sottolineato il presidente dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera), Stefano Besseghini, intervenuto all’Energy summit del Sole 24Ore – “è il messaggio forte che emerge dalla analisi di Draghi”. Parlando del differenziale di prezzo con Francia e Germania, ha spiegato Besseghini, “un certo differenziale lo abbiamo sempre conosciuto e la situazione eccezionale dello scorso anno lo aveva un po’ mascherato. Le cose sono rientrate e siamo a preoccuparci di una situazione che ha sempre caratterizzato questi prezzi. C’è poco da fare filosofia, il mix pesa abbiamo un mix virtuoso con rinnovabili e gas ma in Francia il nucleare dopo anni di intermittenza ha ripreso a funzionale a pieno regime”.
“Quindi il messaggio è che purtroppo non abbiamo la bacchetta magica – ha proseguito Besseghini – e non abbiamo un unico intervento che salva la situazione. Sul breve termine la strada intrapresa è quella giusta aiutando le situazioni di difficoltà. Nel medio termine bisogna giocare sulle rinnovabili. È inevitabile il compito che ci dobbiamo dare tutti, per raggiungere una situazione in cui siano davvero in grado di incidere sul prezzo, inventandosi meccanismi adeguati per estrarre il prezzo come cedere energia a prezzi definiti (electricity release) come dice Draghi di cui noi abbiamo parlato già qualche anno, fa quindi qualche problema lo abbiamo di execution. Poi serve un meccanismo di governo che semplifichi, che dia la certezza e la celerità di intervenire. Le inerzie peggiorano le prospettive degli investitori”.
Sul fronte delle bollette, per Besseghini, la confusione nel settore è alta. “Ci diamo una sufficienza perché nel passaggio i meccanismi implementati si sono rivelati o di ugual peso per il consumatore o migliorativi come per le tutele graduali se guardiamo gli aspetti di prezzo. Ma la confusione nel settore certamente è alta – ha sottolineato il presidente dell’Arera –. L’ho sempre detto, qualunque meccanismo che differenzia diventa una piega dentro cui un venditore si infila per raccontarti una cosa che fai fatica a capire. Questo è il vero problema, l’onere che carichiamo sul consumatore nell’identificare soluzioni adeguate, insieme ai prezzi e che i venditori si devono caricare. È un problema di credibilità in sé. La nomea non fa bene ai consumatori e agli operatori che in quel sistema ci stanno. Gli operatori diano una mano non giocando su quelle pieghe”.