(Teleborsa) – Il Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine diffuso dal Governo italiano conferma che lo scenario tendenziale di finanza pubblica è più “virtuoso” rispetto a quanto stimato in precedenza (anche per via della revisione al rialzo del livello del PIL nominale). Lo affermano gli economisti di Intesa Sanpaolo in una nota firmata da Paolo Mameli.
Il deficit tendenziale è stato rivisto in senso migliorativo dal 4,3% del PIL al 3,8% per l’anno in corso, e da 3,7% a 2,9% per il 2025; il miglioramento è in parte dovuto a livelli più elevati del livello del PIL nominale (a seguito della recente revisione dai dati sui conti nazionali comunicata dall’Istat); il confronto con le previsioni di aprile mostra che il miglioramento del disavanzo è pari a 11,4 miliardi, spiegato per la maggior parte da 9,5 miliardi di maggiori entrate (soprattutto imposte dirette; per 2,2 miliardi, secondo il Governo, si tratta di maggiori entrate “permanenti” in quanto dovute a una maggiore compliance fiscale); dal lato delle spese, si notano minori trasferimenti in conto capitale per circa 13 miliardi, dovuti con ogni probabilità a una adesione minore del previsto al Superbonus dal mese di aprile in poi (sia pure parzialmente compensata da maggiori spese per investimenti pubblici rispetto a quanto stimato nel DEF, per circa 8 miliardi).
Il nuovo quadro programmatico vede un disavanzo al 3,3% nel 2025 e sotto il 3% (al 2,8%) già nel 2026; il saldo primario, in sostanziale pareggio quest’anno, è atteso tornare al livello pre-pandemico (del 2019) nel 2028 (all’1,9%), con un target nel 2029 al 2,4%.
Il miglioramento atteso del deficit tendenziale, spiega Intesa Sanpaolo, non dipende da ipotesi particolarmente ottimistiche di crescita del PIL reale, il cui profilo è sostanzialmente confermato rispetto alle precedenti stime (a 1,2% nel 2025 e 1,1% nel 2026).
La differenza tra deficit tendenziale e programmatico implica una manovra espansiva netta pari allo 0,4% del PIL per l’anno prossimo (che aumenta fino a circa un punto di PIL nel triennio 2027-29); verosimilmente dunque, la manovra annunciata da 25 miliardi (secondo le notizie di stampa) per il 2025 sarà finanziata in deficit per oltre 9 miliardi (in altri termini, dovranno essere trovati 16 miliardi di coperture).
I numeri sul rapporto debito/PIL sono rivisti sensibilmente al ribasso rispetto al DEF per effetto della revisione al rialzo delle stime sul PIL nominale comunicata in precedenza dall’Istat; tale rapporto salirà a partire dal 2024 e sino al 2026 (di circa un punto percentuale all’anno), principalmente per effetto degli effetti delle detrazioni fiscali finanziate dal Superbonus, per poi iniziare a calare a partire dal 2027.