(Teleborsa) – È “molto probabile” che la Banca centrale europea tagli i tassi di interesse nella riunione di ottobre, dopo che l’inflazione “ci ha di nuovo sorpresi al ribasso ed è caduta sotto al 2% a settembre”. Lo ha affermato Francois Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia e membro del consiglio direttivo della BCE, in un’intervista a La Repubblica.
“È vero, l’inflazione core è ancora al 2,7% e quella dei servizi più testarda, al 4% – ha spiegato – Ma anche la core dovrebbe diminuire gradualmente per avvicinarsi al 2% l’anno prossimo. I mercati si aspettano persino valori più bassi: per il 2025 prevedono un’inflazione sotto all’1,8%. Ciò significa che l’equilibrio dei rischi si sta spostando. Negli ultimi due anni il rischio che abbiamo corso è quello di un overshoot rispetto al nostro obiettivo del 2%. Adesso dobbiamo stare attenti al rischio opposto, a non mancare il nostro obiettivo a fronte di una crescita debole e una politica monetaria troppo a lungo restrittiva”.
A una domanda sull’operazione Unicredit–Commerzbank, ha risposto: “Non commento casi specifici. Ma mi lasci fare due appunti generici. Primo: non deve essere una questione politica o nazionalistica, in nessun Paese. Per fortuna, grazie all’Unione bancaria, il processo decisionale è nelle mani di un’istituzione europea con una valutazione indipendente e tecnica, ossia la BCE. Secondo, la BCE dovrà decidere non soltanto sull’accordo di per sé, con le sue sfide e i suoi risvolti finanziari, ma anche, e soprattutto, la solidità, la sostenibilità e la governance di un eventuale nuovo gruppo”.
Sul recente rapporto di Mario Draghi, ha detto: “C’è stato un po’ un equivoco. Mario Draghi ha citato gli 800 miliardi di gap infrastrutturale per riuscire nella transizione, ma non ha specificato se si debba trattare di fondi pubblici o privati. Eppure, tutti si sono schierati a favore o contro un’ipotesi che non c’era: che quegli investimenti dovessero avvenire soprattutto attraverso degli eurobond. E ricordiamoci che quella è solo una parte del cruciale rapporto di Draghi, come egli stesso ci ha ricordato di recente”.