(Teleborsa) – Il mercato italiano del private debt nel primo semestre del 2024 è stato in chiaroscuro, con raccolta e ammontare investito che sono diminuiti, mentre sono aumentate le società oggetto di finanziamento. È quanto emerso dalla consueta analisi di AIFI (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt), in collaborazione con CDP e Deloitte.
La metodologia utilizzata nella raccolta dei dati è uniformata a quella per il settore del private equity, che è in linea con quella internazionale. I dati si riferiscono all’attività degli operatori attivi nel segmento del private debt, escluse le piattaforme di digital lending e le banche.
Raccolta
Nel primo semestre del 2024 la raccolta totale (di mercato e captive) si è attestata a 442 milioni di euro, in calo dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando era stata pari a 495 milioni. La prima fonte della raccolta di mercato sono stati il settore pubblico e i fondi di fondi istituzionali (62%), seguiti dalle assicurazioni (15%) e dalle banche (9%). Guardando alla provenienza geografica, la componente domestica ha rappresentato il 78% della raccolta.
Investimenti
Nella prima parte dell’anno sono stati investiti 1.051 milioni di euro, in calo del 27% rispetto ai 1.448 milioni del primo semestre del 2023. Il numero di società finanziate è stato pari a 60 (+28%). Escludendo dall’analisi le operazioni (per società oggetto di investimento) di ammontare superiore ai 100 milioni di euro, i dati relativi all’ammontare risultano pari a 771 milioni, in crescita del 20% rispetto al primo semestre 2023 (644 milioni).
I soggetti domestici hanno realizzato il 77% del numero di operazioni, mentre il 65% dell’ammontare è stato investito da operatori internazionali. Il 73% delle operazioni sono stati finanziamenti, il 27% sottoscrizioni di obbligazioni. Il 40% dell’ammontare investito ha riguardato operazioni per la realizzazione di buy out (321 milioni, -58% rispetto al primo semestre 2023), le operazioni con obiettivo lo sviluppo delle società hanno attratto 409 milioni (-19%, con un peso del 51% sull’ammontare complessivo), mentre il restante 9% è stato destinato al rifinanziamento del debito. Per la prima volta il debito per le operazioni con obiettivo lo sviluppo ha superato quello per la realizzazione di buy out, ha fatto notare Alessia Muzio, dell’Ufficio Studi e Ricerche di AIFI.
A livello geografico, la prima regione resta la Lombardia, con il 37% del numero di operazioni, seguita dal Lazio con il 18%. Con riferimento alle attività delle aziende target, al primo posto con il 25% degli investimenti troviamo il settore dei beni e servizi industriali, seguito dall’energia e ambiente, con il 19%. A livello di dimensione delle aziende target, il 67% degli investimenti ha riguardato imprese con meno di 250 addetti.
Rimborsi
Nel primo semestre del 2024 le società che hanno effettuato rimborsi sono state 57 (66 nello stesso periodo dell’anno precedente, -14%), per un ammontare pari a 165 milioni di euro (+30% rispetto ai 127 della prima parte del 2023). Il 91% del numero di rimborsi ha seguito il piano di ammortamento.
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