(Teleborsa) – La domanda mondiale di petrolio è sulla buona strada per espandersi di poco meno di 900 mila barili al giorno (kb/d) nel 2024 (terzo taglio mensile della previsione) e di quasi 1 milione di barili al giorno (mb/d) nel 2025, segnando un brusco rallentamento rispetto ai circa 2 mb/d registrati nel periodo post-pandemia 2022-2023. Lo sostiene la International Energy Agency (IEA) nel consueto Oil Market Report. La Cina sostiene la decelerazione della crescita, rappresentando circa il 20% dei guadagni globali sia quest’anno che l’anno prossimo, rispetto a quasi il 70% nel 2023.
L’offerta globale di petrolio è crollata di 640 kb/d a settembre a 102,8 mb/d, con il pantano politico della Libia che ha interrotto la produzione e le esportazioni di petrolio del paese e mentre i lavori di manutenzione dei giacimenti in Kazakistan e Norvegia hanno ridotto la produzione. La crescita dell’offerta non-OPEC+ di circa 1,5 mb/d quest’anno e il prossimo è guidata dalle Americhe, che rappresentano l’80% dei guadagni.
I margini di raffinazione sono crollati ulteriormente a settembre, con il deterioramento del crack di benzina, jet e diesel, mentre i prezzi del greggio sono migliorati in un mercato relativamente più stretto. Di conseguenza, le stime globali di produzione del greggio sono ulteriormente ridotte di 180 kb/d a 82,8 mb/d per il 2024 e di 210 kb/d a 83,4 mb/d nel 2025, rappresentando guadagni annuali rispettivamente di 540 kb/d e 610 kb/d.
I future sul greggio Brent sono saliti di 8 dollari al barile all’inizio di ottobre, con i mercati in ansia per la risposta di Israele all’attacco missilistico dell’Iran. L’unwinding del posizionamento degli investitori ultra-bearish ha contribuito al rimbalzo dei prezzi. I prezzi erano crollati ai minimi pluriennali a settembre, spinti dalla prospettiva di un mercato ampiamente fornito nel 2025.
L’IEA sottolinea che le crescenti preoccupazioni per la sicurezza dell’approvvigionamento di petrolio si inseriscono sullo sfondo di un mercato globale che, come sottolineato da qualche tempo, sembra adeguatamente rifornito. La domanda di petrolio cinese è particolarmente debole, con un calo dei consumi di 500 kb/d anno su anno ad agosto, il suo quarto mese consecutivo di cali. Allo stesso tempo, l’offerta di petrolio non-OPEC+, guidata dalle Americhe, continua a registrare robusti guadagni di circa 1,5 mb/d quest’anno e il prossimo. Gli Stati Uniti, il Brasile, la Guyana e il Canada sono destinati a rappresentare la maggior parte dell’aumento, aumentando la produzione di oltre 1 mb/d in entrambi gli anni, il che coprirà più che ampiamente la crescita della domanda prevista.