(Teleborsa) – “Le ultime informazioni sull’inflazione indicano che “il processo disinflazionistico è ben avviato”. Le prospettive di inflazione “sono inoltre influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell’attività economia”. Nel contempo, “le condizioni di finanziamento rimangono restrittive”. Lo ha detto la presidente della BCE, Christine Lagarde in conferenza stampa a Lubiana, dopo la decisione di ieri della banca centrale europea, ampiamente attesa, di tagliare i tassi di 25 punti base.
La BCE continuerà “a seguire un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. E la decisione presa oggi è proprio uno di questi casi”, ha aggiunto Lagarde, ribadendo l’atteggiamento tenuto finora.
Come previsto, la BCE è rimasta cauta e ha fornito poche indicazioni sulle sue prossime manovre, con la Lagarde che ha sottolineato che la banca centrale rimarrà “dipendente dai dati e seguirà un approccio riunione per riunione”, sottolinea Nadia Gharbi, Senior Economist di Pictet Wealth Management spiegando che “la decisione di tagliare di 25 punti base è stata citata come “prova” della dipendenza della BCE dai dati”.
In particolare, pur non impegnandosi in alcun modo, la Lagarde non ha escluso un taglio dei tassi più rapido e ha sottolineato l’importanza delle proiezioni dello staff e dei prossimi dati che verranno pubblicati nelle prossime settimane. In generale, a dicembre l’attenzione si concentrerà sulla revisione delle proiezioni dello staff. Manteniamo la nostra opinione che la BCE taglierà di 25 punti base ad ogni riunione del Consiglio Direttivo fino a giugno 2025, portando il tasso di deposito al 2,0%. I rischi sono orientati verso un tasso finale più basso.
“Sebbene il taglio dei tassi da parte della Bce fosse ampiamente previsto, i titoli europei sono saliti e i tassi a breve termine sono diminuiti, grazie al sostegno dei rischi di ribasso evidenziati per la crescita e l’inflazione. Anche in Regno Unito e negli Stati Uniti il ciclo di allentamento è sostenuto dal processo di disinflazione”, rileva Nicolas Forest, CIO di Candriam.
Sebbene le politiche di sostegno attuate dalla Cina e l’ultima indagine sui prestiti bancari della Bce possano offrire una certa spinta, “l’economia tedesca si sta contraendo, il settore manifatturiero è in difficoltà e le elezioni statunitensi sono sempre più vicine.Un rischio negativo per l’economia europea è rappresentato dai dazi commerciali, poiché la sua apertura commerciale rende l’euro vulnerabile alla crescita mondiale”.
Le prossime decisioni di politica monetaria “saranno influenzate dai dati in arrivo e dalle proiezioni macroeconomiche trimestrali e ci aspettiamo un altro taglio a dicembre”.
“Tutto come ampiamente previsto da parte della BCE. Il messaggio è rimasto sostanzialmente invariato: dipendenza dai dati e approccio “riunione per riunione”, sottolinea anche Sandra Rhouma, European Economist di AllianceBernstein.
La Presidente Lagarde ha sottolineato come si sia discusso unicamente fra una riduzione di 25 pb o una pausa dei tagli. In altre parole, una manovra più consistente (taglio di 50 pb) non è mai stata presa in considerazione. Tuttavia, l’ultima dichiarazione mostra innegabili segnali dovish rispetto a settembre, che riflettono l’aumento dei rischi negativi per la crescita e l’inflazione. La Presidente Lagarde, nonostante i suoi sforzi, non è riuscita a sembrare un falco.
“Prevediamo che la Bce tagli ad ogni riunione fino a giugno. Ciò rappresenta un rischio rispetto alla nostra tesi base precedente che prevedeva un ritorno a tagli trimestrali nella prima metà dell’anno. Tuttavia, le informazioni finora disponibili, con un’inflazione in stabile discesa e una politica fiscale che non sarà così aggressiva a supporto della crescita, fanno pensare ad un’accelerazione nei tagli”.
Ovviamente, “occorre considerare anche i rischi al rialzo (tensioni geopolitiche e commerciali, ripresa più forte dei consumi e dell’inflazione) che potrebbero portare a una pausa a gennaio. Ma in questa fase rimangono marginali. Il nostro nuovo scenario di riferimento è quindi in linea con le attuali previsioni di mercato, che prevedono altri 5 tagli e un tasso di deposito al 2% entro giugno 2025”.
“Guardando al futuro, data la spiegazione molto debole della decisione odierna di tagliare i tassi, sembra che la BCE non abbia ancora deciso cosa fare. Con l’attuale slancio negativo dell’economia dell’eurozona, tuttavia, vediamo una traiettoria più debole di quella prevista dalla Banca. Se abbiamo ragione, ciò significa che la BCE continuerà a tagliare i tassi”, afferma Carsten Brzeski, Global Head of Macro di ING
Ora sappiamo che il fatto di avere solo pochi dati in più “non rappresenta più un ostacolo al taglio dei tassi. Anche se Christine Lagarde e il suo team evitano di fornire una forward guidance, pare che la Banca sia passata da tagli dei tassi legati a nuove proiezioni macro ogni trimestre a considerarli a ogni riunione. Sembra che l’obiettivo sia quello di riportare i tassi di interesse a livelli neutrali il più rapidamente possibile”