(Teleborsa) – Il quadro macroeconomico rimane incentrato sulle aspettative di tagli al costo del denaro da parte delle banche centrali. A livello geopolitico, a parte l’incertezza sulle elezioni statunitensi, l’attenzione è rivolta alla comprensione delle manovre espansionistiche della Cina, in un momento in cui molte aziende europee, soprattutto nel settore del lusso, stanno segnalando risultati cinesi in calo. Lo si legge nel report mensile di Intermonte sull’andamento del segmento italiano delle mid-small cap, a cura di Andrea Randone, Head of Mid Small Cap Research.
Secondo Intermonte, è tempo di riconsiderare le mid/small cap poiché dopo gli ultimi due anni di sottoperformance, in particolare per l’indice STAR, c’è molto valore nei suoi componenti. “Anche lo stock picking dovrebbe fare la differenza quando si investe in small cap, date le divergenti aspettative di utili per molte aziende in base al settore, al posizionamento di mercato e al pricing power”, viene sottolineato.
Gli analisti continuano ad apprezzare il segmento “digital enablers” grazie alle prospettive resilienti, così come i nomi di “qualità” in altri settori come beni di consumo e industriali. È probabile che i risultati del terzo trimestre evidenzino un indebolimento di alcuni trend di crescita ed essere leader in segmenti di nicchia potrebbe ancora una volta rappresentare un fattore determinante.
Notizie positive, fa notare Intermonte, sono arrivate dal lancio del Fondo Strategico Nazionale (NSF), sponsorizzato dal Tesoro italiano e da CDP, che sfrutterà capitali pubblici (max 49%) e privati (min 51%) per investire in mid/small cap italiane su un orizzonte temporale di lungo periodo. L’importo iniziale di 0,7/1 miliardo di euro “potrebbe non sembrare da solo un game changer, ma la speranza è di invertire la tendenza, generando investimenti in entrata verso mid/small cap che hanno sofferto dei deflussi registrati dai fondi PIR negli ultimi anni”.