(Teleborsa) – I dati previsionali dell’indagine PMI di ottobre, mostrano un’attività economica dell’eurozona in lieve calo per il secondo mese consecutivo, ed indicano un declino marginale complessivamente allineato con quello di settembre. La produzione si è ridotta in risposta all’indebolimento della domanda, con i nuovi ordini in calo per il quinto mese consecutivo. Le aziende hanno risposto al minore carico di ordini effettuando tagli ai posti di lavoro al ritmo maggiore in quasi quattro anni, mentre la fiducia è scesa ai minimi in 11 mesi.
Secondo le stime preliminari di S&P Global, l’indice PMI manifatturiero è salito a 45,9 punti dai 45 precedenti, risultando superiore ai 45,1 punti attesi dagli analisti. Una soglia che resta inferiore anche a quella critica di 50 e che denota ancora una contrazione dell’attività. Diminuisce invece il PMI dei servizi, che scende a 51,2 punti rispetto ai 51,4 punti precedenti e si confronta con i 51,5 punti attesi. Di conseguenza, il PMI composito si porta a 49,7 punti dai 49,6 precedenti, attestandosi sotto il consensus (49,8 punti).
Fra le maggiori economie europee, la Germania mostra un miglioramento del PMI manifatturiero a 42,6 da 40,6 punti, contro un consensus di 40,7 punti e un aumento del PMI sevizi a 51,4 da 50,6 (sopra il 50,6 atteso). In Francia, il PMI manifatturiero cala a 44,5 da 44,6 (44,9 punti il consensus) e il PMI servizi scende a 48,3 da 49,6 (era atteso 49,8).
“L’eurozona si è bloccata in fase di stallo, con l’economia in marginale contrazione per il secondo mese consecutivo – ha commentato Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank – L’attuale crollo del manifatturiero è stato generalmente bilanciato dalla piccola crescita del settore dei servizi. A livello nazionale, si rileva un peggioramento della situazione in Francia unito a una lieve moderazione del declino in Germania. Per adesso, non è chiaro se in un prossimo futuro, osserveremo un nuovo peggioramento o miglioramento”.
“Anche se solo lievemente, il settore dei servizi dell’eurozona continua a crescere, contribuendo a mantenere livelli quasi stabili dell’economia complessiva. Detto questo, non dovremmo aspettarci troppo a breve termine – ha aggiunto – Le aziende di questo settore stanno osservando un minore volume di nuovi ordini, e il livello del lavoro inevaso si è contratto per sei mesi consecutivi. Per la prima volta da inizio 2021, le assunzioni del settore dei servizi si sono quasi bloccate. La vera domanda da porsi è se la combinazione tra salari più alti e una minore inflazione può ravvivare la spesa dei consumatori, che a sua volta darebbe alle aziende del terziario quella spinta tanto necessaria”.