(Teleborsa) – La platea del Bonus per i dipendenti e dell’ulteriore detrazione dall’imposta lorda prevista dalla Legge di Bilancio 2025, composta da circa 17 milioni 400mila individui, si sovrappone solo parzialmente a quella dei beneficiari dell’esonero parziale dei contributi sociali in vigore nel 2024 e non rinnovato per gli anni successivi (circa 15 milioni). Lo afferma l’Istat in audizione alle commissioni Bilancio, individuando quindi in 2,4 milioni in più i lavoratori che nel 2025 beneficeranno del nuovo taglio del cuneo previsto dalla manovra.
Il confronto con la decontribuzione in vigore nel 2024
Il modello dell’Istituto nazionale di statistica stima che sono 2 milioni e 800mila gli individui che risultano avere un reddito di riferimento per i contributi sociali superiore a 35mila euro e un reddito complessivo inferiore a 40mila; questa platea, pertanto, non usufruiva della decontribuzione in vigore nel 2024, ma, grazie al nuovo limite, beneficia della ulteriore detrazione. A questi vanno aggiunti circa 100mila individui che erano esclusi dalla decontribuzione pur avendone i requisiti di reddito poiché titolari di rapporti di lavoro domestico.
Nel complesso, l’Istat stima che questa platea di 2 milioni 900mila nuovi beneficiari riceverà un beneficio medio di 576 euro annui. D’altro canto, circa 500mila individui perdono il titolo al beneficio: si tratta di coloro che hanno un reddito di riferimento per i contributi sociali inferiore a 35mila euro e un reddito complessivo superiore a 40mila; questi ultimi usufruivano della decontribuzione in vigore nel 2024 ma ora non beneficiano delle misure.
Infine, circa 14 milioni e 500mila individui hanno beneficiato dell’esonero contributivo parziale nel 2024 e beneficeranno di una delle due misure in esame nel 2025, percependo un importo sostanzialmente in linea con quello derivante dalla decontribuzione.
La decontribuzione per le lavoratrici madri
L’Istat ha fatto un’analisi anche del parziale esonero dei contributi previdenziali a carico delle lavoratrici dipendenti o autonome titolari di un reddito imponibile inferiore a 40mila euro e madri di due o più figli fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. La misura prevede un limite di spesa complessiva pari a 300 milioni.
Il modello stima per questa misura una platea di potenziali beneficiarie pari a poco meno di 700 mila lavoratrici. Di queste, circa 540 mila sono dipendenti a tempo indeterminato con 2 figli che per l’anno 2024 hanno già beneficiato, nel caso abbiano fatto domanda, di un esonero contributivo totale. Le restanti 160 mila lavoratrici beneficiano per la prima volta della misura; si tratta di circa 100 mila dipendenti a tempo determinato con 2 o più figli e 60 mila autonome.
La norma demanda a un ulteriore decreto le modalità per il riconoscimento dell’esonero e le procedure per il rispetto del limite di spesa. Pertanto, ai fini di stima del beneficio lordo derivante della decontribuzione, si è ipotizzato un livello di adesione alla misura da parte delle potenziali beneficiarie pari al 60% e un metodo di distribuzione uniforme delle risorse stanziate. Le potenziali beneficiarie sono così scese a circa 415 mila unità, tenute a versare nel complesso 780 milioni di euro di contributi sociali. Le risorse stanziate, 300 milioni, consentono uno sgravio del 40% dei contributi dovuti delle lavoratrici, che beneficerebbero quindi di un esonero al lordo della retroazione fiscale pari in media a 747 euro annui.