(Teleborsa) – Il prezzo dell’energia potrebbe scendere nei prossimi anni grazie a un’ampia spare capacity di petrolio e Gnl, a meno che non cambi lo scenario geopolitico mondiale. Tuttavia l’economia decarbonizzata è sempre più “mineral dipendents”. Per questo servono maggiori investimenti nelle miniere, ma soprattutto nel riuso e nel riciclo che possono garantire anche una maggiore indipendenza dall’estero. Lo ha detto Laura Cozzi dell’Aie – scrive l’agenzia Energia Oltre – nel corso dell’audizione in Commissione Esteri alla Camera.
“SPARE CAPACITY PETROLIO DI 5 MLN BARILI/GIORNO, MERCATI RILASSATI FINO AL 2030
“Dal punto di vista geopolitico nei mercati energetici globali”, “la spare capacity del petrolio che possiedono oggi i paesi Opec soprattutto nel Medio Oriente è di 5 milioni di barili al giorno. Questo vuol dire che nel mercato del petrolio oggi c’è una quantità abbastanza importante di possibilità di aumentare la produzione e darla al mercato mondiale anche in caso di problemi. Quindi abbastanza supplied e le nostre analisi mostrano che questa situazione non solo persisterà al 2030 ma ci sarà anche più offerta che arriverà dagli Stati Uniti, dal Canada dal Brasile, da Guyana dall’Africa quindi un mercato diventa ancora più se vogliamo dire utilizzare il termine più rilassato” ha detto Laura Cozzi dell’Aie nel corso dell’audizione in Commissione Esteri alla Camera.
“SPARE CAPACITY ANCHE NEL GNL, NUOVI TERMINALI DARANNO RESPIRO A CONSUMATORI”
“Una situazione simile” di spare capacity “la troviamo nel mercato del gas naturale liquefatto importantissimo per l’Italia e per l’Europa dopo gli anni veramente duri che abbiamo vissuto dopo l’invasione della Russia in Ucraina con prezzi che sono andati alle stelle. Finalmente non quest’anno non l’anno prossimo ci aspettiamo che verso la fine del 2025 inizio del 2026 arriveranno abbastanza nuovi terminali di liquefazione per poter finalmente dare un po’ più di respiro ai consumatori soprattutto europei. Ottima notizia per noi ottima notizia per l’Europa” ha detto Cozzi. “Una situazione simile la troviamo nel solare fotovoltaico dove c’è una enorme pipeline di progetti nuovi enormi che sarà ampiamente sufficiente a soddisfare la domanda è una situazione simile per le batterie”.
“PREVISTA AMPIA QUANTITÀ SUI MERCATI, CON POTENZIALE SPINTA DEI PREZZI VERSO IL BASSO”
“Lo scenario geopolitico mondiale oggi sul mondo dell’energia è che ci sarà una quantità di energia importante che arriverà sui mercati con potenzialmente una spinta dei prezzi verso il basso. Perché diciamo potenzialmente? Qui c’è l’importanza geostrategica perché in realtà in tutti i casi c’è una grandissima concentrazione: per il caso del petrolio e del gas naturale prendiamo l’esempio dello Stretto di Hormuz dove praticamente almeno il 20% sia delle petroliere che del gas naturale liquefatto stanno transitando da questo stretto. Capite benissimo che nella situazione contingente mediorientale questo provoca una preoccupazione che stiamo monitorando in maniera molto stretta perché ogni chiusura fisica dello stretto di Hormuz avrebbe un impatto sui prezzi, un impatto veramente sull’offerta fisica di queste commodity” ha aggiunte Cozzi.
COZZI (AIE): ECONOMIA SEMPRE PIÙ MINERALS DIPENDENT, CAMBIA ANCHE LA GEOPOLITICA
Sul fotovoltaico e l’eolico “la maggior parte della produzione moderna per entrambe queste tecnologie è fatta in Cina e ci aspettiamo un po’ di diversificazione da qui al 2030 ma non enorme. Ma perché questo ci interessa? Perché mentre continuiamo a utilizzare combustibili fossili vediamo che il mondo inizia a domandare sempre più tecnologia pulite e ciò vuol dire che ci si sposta lentamente da un’economia basata sui combustibili fossili a una sempre più basate sui minerali”. ha sottolineato Laura Cozzi dell’Aie. “L’esempio dei trasporti è chiaro: un veicolo elettrico richiede sei volte la quantità di materiale critici rispetto a un’auto tradizionale e se confrontiamo per esempio l’eolico offshore rispetto a una centrale a gas della stessa taglia richiederà tredici volte di più la quantità di materiali critici. Quindi ci si muove lentamente da un’economia fossil fuel dipendent a un’economia mi più di perdere delle economie minerals dipendent. Questo vuol dire che la Geopolitica cambia e che la dipendenza dei prezzi di queste tecnologie delle forniture diventa sempre più importante sempre più legata a questi materiali critici”.
PROGETTI NON SUFFICIENTI RISPETTO A DOMANDA. BISOGNA INVESTIRE DI PIÙ
“Prendiamo l’esempio delle batterie che hanno avuto una decrescita dei prezzi straordinaria nell’ultima decade simile al solare fotovoltaico. Ma la cosa importante che voglio mostrare è che la parte dei materiali critici sul prezzo totale in realtà non è mai cambiata, il valore rimasto più o meno lo stesso. In realtà quello che vediamo è che siccome il resto dei costi decrescono l’importanza del prezzo della materia prima e in particolare dei materiali critici diventa sempre più importante. Quindi siamo passati da un valore del materiale critico del catodo in questo caso che pesava più o meno il 5% sul prezzo delle batterie 10 anni fa a oggi che siamo tra il 25 e il 30%” ha aggiunto l’esponente dell’Aie. “La storia delle tecnologie pulite sarà quindi sempre più legata ai prezzi dei materiali critici. Abbiamo selezionato sei dei materiali che per noi sono più importanti dal rame che è importante per tutte le reti da cui dipende la nostra elettricità e tutta l’elettrificazione fino alla grafite, il cobalto, il nichel eccetera. Direi innanzitutto che ci sono due tendenze molto chiare: la prima è che la domanda aumenta in tutti gli scenari e aumenta in tutte le geografie e quindi ci saranno i bisogni sempre più importanti di investire in queste nuove miniere che ci possono portare questi materiali. L’altra cosa importante è che in ogni scenario la sola crescita delle miniere non è mai sufficiente, l’importanza strategica sempre di più di riuso e riciclo e che l’Italia è all’avanguardia e che il G7 italiano ha messo questo come punto chiave e che tra qualche giorno lanceremo un lavoro fatto con il ministero degli Affari Esteri e il G7 italiano che mette in valore e cerca di far comprendere cosa si può fare su riciclo e riuso”, ha proseguito Cozzi. “In tutti gli scenari la quantità di nuovo miniere basata su una survey di tutti i progetti che le compagnie hanno messo in piedi nel mondo, quello che si vede è che nella maggior parte dei casi la pipeline di progetti in piedi non è sufficiente a fare il match con la domanda. Bisogna investire di più secondo noi è il messaggio chiave. Soprattutto su rame e litio. Per il nichel e il cobalto se si spinge sui progetti che abbiamo si arriva più o meno a un equilibrio”.
MINIERE E RAFFINAZIONE IN STESSI PAESI, C’È POCA DIVERSIFICAZIONE. ITALIA SPINGA SU AFRICA
“Non solo le miniere si trovano in alcuni paesi specifici ma anche la raffinazione è tutta situata in questi paesi e questo crea una doppia concentrazione. Il messaggio chiave per noi è chiaro: se guardiamo i tre paesi top per questi materiali dal 2020 al 2023 la concertazione è aumentata e se guardiamo la pipeline di progetti questo mostra che in tutti i casi o rimaniamo agli stessi livelli o c’è una diversificazione minima. Per noi questo è un punto chiave che deve essere preso in considerazione da tutti i paesi” ha detto Cozzi. “La situazione è che l’aumento degli investimenti nella capacità non solo mineraria ma di lavorazione sta avvenendo negli stessi paesi con pochissima diversificazione”. “L’Africa oggi ha avuto pochissima esplorazione ma ha riserve importantissime di minerali critici e direi la quota di investimenti per l’esplorazione sta decrescendo e visto l’impegno che l’Italia sta mettendo sul Piano Mattei direi che un’attenzione particolare sui materiali critici e sui partenariato con i paesi africani per invertire la tendenza sarebbe un auspicio forte”.
SERVE UN MAGGIORE RICICLO ANCHE PER GARANTIRE INDIPENDENZA
“La quantità di materiale riciclato è rimasta stabile in alcuni casi e ha iniziato ad aumentare in altri” dal 2010 al 2023. “Lo scenario di transizione forte per arrivare al net zero al 2050 porta che la quota parte di riciclaggio sul totale aumenta in maniera forte in tutti i casi. C’è un’importanza economica perché la quantità di riciclo riesce a contenere gli investimenti addizionali in nuove miniere. Mentre il riciclo può essere fatto nel paese che lo usa c’è un doppio beneficio legato anche all’indipendenza maggiore” ha detto Laura Cozzi.
LAVORIAMO SU UN PIANO CON IL G7 PER GARANTIRE LA SICUREZZA
“Stiamo lavorando su un piano presentato dal G7 precedente da quello italiano su cinque punti per la sicurezza energetica dei materiali critici. Innanzitutto capire i trend di domanda e offerta, sviluppare risorse e catene di approvvigionamento responsabili, garantire un maggior riciclo e condivisione delle competenze, risparmiare attraverso l’innovazione e prepararsi a eventuali shock della catena di approvvigionamento” ha concluso Laura Cozzi dell’Aie nel corso dell’audizione in Commissione Esteri alla Camera.