(Teleborsa) – Le più grandi otto banche italiane (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco BPM, Banca Monte dei Paschi di Siena, BPER Banca, Mediobanca, Credito Emiliano e Banca Popolare di Sondrio) hanno ottenuto un Return on Equity (ROE) medio del 16,6% nel terzo trimestre del 2024, in aumento rispetto al 15,6% nel secondo trimestre del 2024 e al 14% nel terzo trimestre del 2023. Lo afferma Scope Ratings in un report sul tema.
“Tuttavia, la normalizzazione dei margini di interesse netti continuerà nel 2025 e avrà un impatto negativo sulla redditività. In questo contesto, le banche italiane sono fortemente impegnate ad aumentare il reddito non da interessi e a rendere i loro modelli di business più resilienti al ciclo dei tassi di interesse – ha affermato Alessandro Boratti, lead analyst per le banche italiane – Tuttavia, mentre le commissioni continueranno a crescere, riflettendo gli sforzi delle banche per espandere le attività a basso impiego di capitale, questa crescita non sarà sufficiente a compensare il calo del reddito netto da interessi”.
Secondo l’agenzia di rating, il principale rischio al ribasso per la redditività, soprattutto oltre il 2025, è la possibilità che la BCE riduca i tassi di interesse al di sotto del 2%, un livello attualmente considerato da molti come il tasso terminale. Non è da escludere un ritorno allo stimolo monetario, poiché le prospettive di crescita nell’area euro sono messe alla prova da un settore manifatturiero in difficoltà e da un’economia tedesca lenta. La vittoria schiacciante di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi si aggiunge al ribasso, data la proposta di tariffa del 10% su tutte le importazioni dall’UE.
La qualità degli asset rimane comunque solida. Il rapporto NPE lordo medio del 3% è rimasto stabile dal primo trimestre del 2024. “Non prevediamo un deterioramento sostanziale poiché le condizioni macroeconomiche rimangono favorevoli sia al credito al dettaglio che a quello alle imprese – ha affermato Boratti – Con l’allentamento dei costi di indebitamento e l’occupazione a livelli record, prevediamo un buon andamento del portafoglio prestiti al dettaglio. Allo stesso tempo, una crescita economica bassa ma positiva dovrebbe sostenere la qualità del credito alle imprese”.
I tassi di default sono aumentati solo marginalmente rispetto ai minimi record del 2024. L’aumento contenuto riflette un mix di fattori: un’ampia quota di mutui a tasso fisso che proteggono i mutuatari al dettaglio da tassi di interesse più elevati, aziende che utilizzano buffer di liquidità accumulati durante la pandemia per ridurre la leva finanziaria e assorbire l’impatto di un costo più elevato di beni ed energia; e standard di monitoraggio e erogazione del credito migliorati da parte delle banche.
Alla fine del terzo trimestre, il rapporto CET1 medio fully loaded delle banche italiane ha raggiunto un nuovo massimo del 15,9%, in aumento di quasi 40 punti base su base trimestrale. Il miglioramento trimestrale è stato guidato dalla generazione organica e da attività ponderate per il rischio più basse.
Secondo Scope, l’efficienza del capitale è stata un fattore chiave dell’offerta di Banco BPM per acquisire la quota rimanente di Anima, il più grande gestore patrimoniale indipendente in Italia, anche grazie ai vantaggi del danish compromise. “Riteniamo che l’accordo sia positivo in quanto porterebbe a un profilo aziendale più diversificato, riducendo potenzialmente la volatilità degli utili nel corso del ciclo”, ha affermato Boratti. I ricavi core si ribilancerebbero verso le commissioni, dal 37% del reddito core nel 2023 a oltre il 45% nel 2026.