(Teleborsa) – La CONSOB ha avviato una consultazione preliminare con il mercato finanziario sul contenuto delle disposizioni attuative che l’Istituto è chiamato ad adottare in materia di lista dei Consigli di Amministrazione uscenti, ai sensi della delega introdotta dalla Legge Capitali.
Il documento di consultazione pone agli operatori una serie di quesiti volti ad acquisire elementi utili a definire l’intervento regolatorio, esaminando, in via preliminare, le principali questioni applicative che scaturiscono dal nuovo articolo 147-ter.1 del Testo unico della finanza, si legge in una nota.
Seguirà una seconda fase di consultazione che sottoporrà all’attenzione del mercato una bozza di testo con la proposta delle modifiche regolamentari di attuazione, in modo da completare il processo in tempo utile per l’avvio delle procedure di rinnovo degli organi sociali che si svolgeranno nel 2025. La prima consultazione si chiuderà il 5 dicembre.
Recentemente il CEO di Mediobanca, Alberto Nagel, ha detto che la società prenderà una decisione sull’eventuale presentazione di una propria lista per il rinnovo del CdA di Generali, in scadenza ad aprile, quando sarà chiaro il quadro normativo.
Con la Legge Capitali approvata quest’anno, il governo ha modificato le modalità di presentazione di una lista per il rinnovo del CdA da parte del board uscente, che ora ha bisogno del via libera di almeno due terzi dei consiglieri ed è sottoposta a una seconda votazione su ciascun candidato in assemblea. Inoltre, la lista deve contenere un numero di consiglieri superiore del 30% a quello dei candidati che saranno eletti.
Uno studio del FIN-GOV, il Centro di ricerche finanziarie sulla corporate governance dell’Università Cattolica, ha fatto notare che la legge Capitali detta, unica al mondo, regole asimmetriche che favoriscono gli azionisti attivi e la creazione di posizioni di disturbo, soprattutto se dovesse prevalere un’interpretazione rigida che imponesse l’applicazione del sistema proporzionale puro. Ciò genera “conseguenze paradossali e non desiderabili, tra cui un disincentivo a presentare liste del CdA, che la legge dichiara di voler regolare, non sopprimere”.
Negli scorsi mesi due organizzazioni che rappresentano gli investitori internazionali – l’International Corporate Governance Network (ICGN) e il Council of Institutional Investors (CII) – hanno criticato duramente le nuove norme sulla lista del CdA introdotte dalla Legge Capitali. In particolare, l’CII ha detto che le modifiche al processo di nomina degli amministratori rischiano di aggiungere ulteriore complessità senza un beneficio identificabile per gli azionisti.
Il sottosegretario all’Economia Federico Freni, a margine di un evento di Assogestioni, ha affermato oggi: “se è vero che il voto di lista non è prassi, possiamo liberamente e serenamente ritenere che nel nostro ordinamento il voto di lista non solo abbia un senso ma sia anche la cura giusta per il nostro sistema. E vi ho fatto solo un esempio – e ho detto voto di lista e non lista del consiglio -, che è uno dei più eclatanti, uno dei primi su cui ci siamo trovati a discutere proprio perché penso sia l’esempio che mette meglio in luce come si possa valorizzare la peculiarità italiana rispetto alla tematica di cui stiamo provando ad occuparci”.