(Teleborsa) – “Abbiamo cambiato le parole del nostro statement e non è un piccolo cambiamento, ma ha un significato. Prima avevano detto che avremmo mantenuto la politica restrittiva finché necessario, cioè era uno valutazione statica. Ora sta diventano meno restrittiva, con un approccio più evolutivo. Abbiamo preso in considerazione il percorso fatto e quindi abbiamo detto che la politica monetaria sta diventando sensibilmente meno restrittiva“. Lo ha affermato Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea (BCE), nella conferenza stampa che ha seguito la riunione del Consiglio direttivo, in cui i tassi sono stati tagliati di 25 punti base. Si tratta del sesto abbassamento del costo del denaro in nove mesi.
La numero della BCE ha detto che il Consiglio direttivo non ha preso in considerazione esattamente tutti gli annunci delle ultime ore, ma ha discusso degli annunci dell’Unione europea e della Germania sull’aumento della spesa per difesa e infrastrutture. “Non abbiamo definito l’impatto sull’economia perchè ci sono tante cosa che non sappiamo, come la timeline o il tipo di finanziamento, anche perchè sono scelte politiche. Ma una cosa che è stata chiara al Consiglio è che queste misure “supportano in generale la crescita europea e saranno un boost della crescita“. “Siamo quindi molto attenti agli ulteriori sviluppi che arrivano da Bruxelles e Berlino per considerare gli impatti sull’economia”, ha aggiunto.
Rispetto al fatto che i rischi per la crescita economica restano orientati al ribasso, Lagarde ha detto che “un’escalation delle tensioni commerciali abbasserebbe la crescita dell’area euro, frenando le esportazioni e indebolendo l’economia globale. L’incertezza in corso sulle politiche commerciali globali potrebbe trascinare verso il basso gli investimenti”. Allo stesso tempo, “la crescita potrebbe essere più elevata se condizioni di finanziamento più facili e un’inflazione in calo consentissero ai consumi e agli investimenti interni di riprendersi più rapidamente. Un aumento della spesa per la difesa e le infrastrutture potrebbe anche contribuire alla crescita”.
Per quanto riguarda i prezzi, “un’escalation generale delle tensioni commerciali potrebbe vedere l’euro deprezzarsi e i costi delle importazioni aumentare, il che eserciterebbe una pressione al rialzo sull’inflazione. Allo stesso tempo, una minore domanda di esportazioni dell’area euro a seguito di tariffe più elevate e un reindirizzamento delle esportazioni nell’area euro da paesi con sovracapacità eserciterebbe una pressione al ribasso sull’inflazione”. “Un aumento della spesa per la difesa e le infrastrutture potrebbe anche aumentare l’inflazione attraverso il suo effetto sulla domanda aggregata – ha aggiunto – Ma l’inflazione potrebbe sorprendere al ribasso se la politica monetaria frenasse la domanda più del previsto”. Lagarde ha sostenuto che la volatilità dei prezzi dell’energia farà sì che l’obiettivo del 2% sarà raggiunto solo all’inizio del 2026, più tardi di quanto previsto in precedenza.
“Ci saranno governatori che prenderanno una posizione” sulla velocità della politica monetaria, “ma sarà la loro posizione, in quanto come Consiglio non siamo impegnati su un particolare percorso dei tassi e siamo dipendenti dai dati”. Lagarde ha puntualizzato che la decisione è stata preso per consensus e nessuno si è opposto alla decisione odierna, mentre il governatore austriaco Robert Holzmann si è astenuto.
“Non ci siamo impegnando in alcun percorso, siamo più dipendenti dai dati di quanto siamo mai stati e decideremo riunione per riunione – ha ribadito – Qualcuno lo riterrà frustrante, ma nelle condizione in cui siamo non sarebbe responsabile fare altro, perchè da un giorno all’altra le cose cambiano sensibilmente”. Lagarde ha detto che c’è stato un dibattito su come qualificare l’incertezza, se è enorme o fenomenale, lei ha specificato: “Basta dire che è dappertutto”.
“Dovremmo essere agili per rispondere ai dati – ha spiegato Lagarde – Se i dati indicheranno che serve un taglio, allora lo faremo, se la decisione più appropriata sarà una pausa, allora ci prenderemo una pausa“.
A una domanda su quanto sta accadendo sul mercato obbligazionario, ha risposto: “Guardiamo a tutti gli sviluppi del mercato e siamo molto attenti. Chiaramente c’è stata una grande reazione nelle ultime 24 ore, ma non cambieremo la posizione di politica monetaria in base alla reazione del mercato nelle ultime 24 ore. Se guardi agli spread, c’è stata poca variazione, nonostante i significativi movimenti dei tassi“.