(Teleborsa) – Il Ceo di UniCredit, Andrea Orcel, ha escluso un’eventuale scalata dell’istituto di credito su Generali e ha fatto sapere che l’operazione su Banco BPM potrebbe decadere visto che la decisione dipenderà dalle risposte che arriveranno dal governo sulla Golden Power e dall’Antitrust europeo. Il Ceo ha parlato nel corso del Consiglio nazionale della Fabi, rispondendo ad alcune domande sul risiko bancario in corso che vede tra le protagoniste anche l’istituto di credito guidato da Orcel.
“Lo può escludere, assolutamente sì”, ha risposto il numero uno di UniCredit alla domanda se arriverà la telefonata di Carlo Messina, il Ceo di Intesa Sanpaolo che ieri dallo stesso palco aveva dichiarato che se la banca di Piazza Gae Aulenti dovesse scalare Generali chiamerebbe Orcel per dirgli di fermarsi.
Quanto all’operazione di UniCredit su Banco Bpm, Orcel ha risposto che l’Ops potrebbe decadere, alla luce del fatto che il percorso Tar-Consiglio di Stato sul Golden Power non si completerà in tempo “per darci certezza della chiusura dell’operazione”. Il Ceo però ha dichiarato che l’offerta eventualmente potrebbe essere riformulata. “Potrebbe, può sempre essere riproposta”, ha sottolineato. “A differenza di BPM- ha aggiunto – noi non siamo partiti su una campagna di marketing, non abbiamo fatto nulla, perché aspettiamo di essere certi prima di andare a parlare con gli investitori”.
“Per noi l’operazione su Banco BPM è valida industrialmente, valida strategicamente, valida per il Paese, perché portiamo molta più spinta al sostegno di piccole e medie imprese e famiglie, però si scontra su delle visioni diverse che rendono l’operazione de facto non economica“, ha spiegato il Ceo di Unicredit. “Tra le condizioni che ci sono, uno le può convertire quasi tutte o in ostacoli legali, che non possono essere condivise in quella forma, oppure in un aumento del costo economico per fare un’operazione. Faremo M&A – ha aggiunto – solo se crea valore, non se lo distrugge”.
“Abbiamo ottenuto una sospensione dalla Consob – ha spiegato Orcel -, che era necessaria per aspettare la risposta del governo sul Golden Power, ci devono rispondere se mantengono tutto assolutamente com’è o se riscrivono alcune delle condizioni. Quindi avevamo bisogno di tempo”. “Secondo elemento è l’Antitrust europeo, queste misure avranno influenza sulla nostra decisione finale. Quindi, queste due cose ci mettono in una posizione di attesa”, ha aggiunta.
Parlando del contesto in generale, Orcel ha dichiarato che in Italia “il settore bancario non è concentrato, i giochi sono aperti per tutti. Abbiamo bisogno di un settore più forte, i giochi restano aperti, non solo per me ma per tanti altri”. In Italia se ci saranno in futuro ulteriori movimenti sul fronte M&A, “li valuteremo, se saranno nel nostro interesse ci muoveremo di nuovo, altrimenti no”, ha invece risposto il Ceo alla domanda se, nel caso di decadimento dell’Ops a fine luglio e nel caso BPM facesse subito dopo un’operazione straordinaria, UniCredit farebbe una nuova offerta. “In ogni caso, è prematuro dirlo, ma posso dire che fino ad oggi tutte le aspettative su quello che UniCredit avrebbe fatto e avrebbe potuto fare sono state smentite. Quindi noi siamo nella stessa maniera in cui diciamo che siamo su Commerzbank, dove abbiamo il 30% e in qualche momento parleremo: in Italia ci siamo sempre, il nostro capitale c’è sempre e siamo sempre qui, non possiamo essere cancellati. Quindi se ci saranno alcuni movimenti, li valuteremo, se ci saranno delle nostre interesse, ci muoveremo di nuovo, altrimenti no”.
Infine, una battuta sull’ipotesi di acquisizione di Banca Monte Paschi di Siena del 2021. “Col senno di poi sono ancor più convinto della decisione di non aver fatto un’operazione su Mps. Se ci fossimo imbarcati in una operazione con Siena prima di perseguire la nostra strategia, la nostra trasformazione, probabilmente non saremmo riusciti a trasformarci come ci siamo trasformati”, ha dichiarato Orcel.