(Teleborsa) – Il cliente come obiettivo prioritario dei produttori e dei distributori di strumenti finanziari. Chi progetta e chi offre al pubblico dei risparmiatori prodotti d’investimento deve sempre avere come stella polare di riferimento l’esigenza di definire l’identikit della clientela quanto, per esempio, a profilo di rischio, orizzonte temporale, disponibilità patrimoniali, per far sì che dalla prima fase della ideazione e fino al collocamento l’offerta corrisponda effettivamente alla domanda. È questo uno dei capisaldi della disciplina europea in materia di servizi d’investimento (Mifid 2), che viene riaffermato con forza dalla Consob nel suo ultimo Quaderno dal titolo “Il target market nella disciplina della product governance quale presidio di tutela dell’investitore retail”, da oggi sul sito dell’Istituto.
Gli autori, Michele Siri (Università di Genova), Fiamma Cambiano e Dario Colonnello (Consob), analizzano il ruolo dei produttori e dei distributori nel governo dei prodotti (product governance) che costituisce un aspetto chiave per la protezione dell’investitore, specie retail.
I produttori, nel progettare i vari strumenti da portare sul mercato finanziario, devono individuare i clienti “teorici o potenziali” a cui destinarli sulla base di caratteristiche come le competenze finanziarie, il livello patrimoniale e la propensione al rischio. Analogamente devono identificare i clienti per i quali determinati prodotti risultino non idonei. Lo stesso vale anche per gli intermediari che hanno il rapporto diretto con gli investitori nella fase di distribuzione dei prodotti a clienti “reali o effettivi”.
Il Quaderno ricostruisce, inoltre, le attività svolte dall’Esma (European Securities and Markets Authority) e l’esperienza applicativa di alcuni Stati membri (Germania, Francia e Olanda). Dall’esame emerge che sussistono ancora differenze tra i diversi Paesi europei, un elevato tasso di formalismo in alcuni processi nonché difficoltà nell’individuare prodotti che offrano un reale valore aggiunto agli investitori.
Recenti iniziative europee come la Ris (Retail Investment Strategy) e la Siu (Savings and Investments Union) sono volte a rimuovere questi ostacoli. Nel Quaderno si chiarisce inoltre che le nuove tecnologie possono contribuire ad una maggiore semplificazione ed efficienza dei processi.
La protezione degli investitori è e resta il requisito necessario per accrescere la loro partecipazione al mercato finanziario europeo. Ciò è particolarmente vero nella fase di turbolenza che caratterizza l’attuale contesto geopolitico.