(Teleborsa) – Dopo l’AgCom arriva anche il disco verde dell’Antitrust al rafforzamento di Poste Italiane nel capitale di TIM, tramite acquisizione di una partecipazione del 15% da Vivendi. Il via libera dell’autorità arriva al termine di un procedimento che ha accertato l’insussistenza di ostacoli alla concorrenza.
Via libera dall’Antitrust
“In relazione all’acquisizione del 15% delle azioni ordinarie di TIM, comunicata all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) il 21 maggio 2025, all’esito della quale Poste Italiane detiene il 24,81% delle azioni ordinarie di TIM, – ricorda una nota di Poste – la società comunica che, nella seduta del 3 settembre 2025, l’AGCM ha deliberato di approvare senza condizioni l’operazione e, dunque, di non procedere all’avvio dell’istruttoria, in quanto essa non ostacola in misura significativa la concorrenza effettiva nei mercati interessati e non comporta la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante”.
Il parere positivo dell’AgCom
Il disco verde dell’AGCM arriva poco dopo l’approvazione dell’operazione da parte dell’AgCom che, per sua competenza, ha accertato che l’operazione non ostacola il pluralismo nelle comunicazioni, ovvero non risulta “rilevante nel determinare l’instaurarsi di effetti distorsivi o comunque lesivi del pluralismo”.
L’AgCom si è premurata si accertare che non vi fossero sovrapposizioni fra Poste e TIM con riguardo al settore dell’informazione e degli audiovisivi, in quanto TIM opera nel settore della TV on-demand con il marchio TIM Vision, ma “non realizza programmi di informazione”, mentre Poste svolge attività editoriale, ma tale attività si sostanzia nella distribuzione di “un solo notiziario al giorno” attraverso l’house organ Poste News, concesso a titolo gratuito a dipendenti ed ex dipendenti del Gruppo e disponibile online e a circuito chiuso negli Uffici postali.
Pertanto, l’AgCom è giunta alle sue conclusioni “tenuto conto dell’esiguo valore nel Sistema Integrato delle Comunicazioni di TIM e del fatto che Poste non opera nello stesso, considerata, inoltre, la dinamica concorrenziale e la tipologia di contenuti messi a disposizione”. L’autorità si riserva comunque “un’attenta azione di monitoraggio, al fine di evitare che possano determinarsi eventuali alterazioni delle condizioni concorrenziali del mercato e del livello di pluralismo”.
L’ingresso di Poste in TIM
A fine marzo, Poste Italiane ha rafforzato la sua posizione in TIM, di cui già deteneva una partecipazione del 9,81%, acquistando una quota del 15% da Vivendi e diventando primo azionista della compagnia telefonica con una quota del 24,81%.
Un’operazione che era stata salutata con grande euforia dal mercato, dal momento che aveva riportato il controllo della società sotto l’egida dello Stato italiano, che appunto controlla l’operatore Tlc attraverso Poste, sottraendola dall’influenza dei francesi.
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