(Teleborsa) – “La raccolta soffre e gli investimenti tengono, così come i disinvestimenti”. È il riassunto di Anna Gervasoni, Direttore Generale di AIFI, dei dati del primo semestre del mercato italiano del private equity e venture capital.
“La raccolta dei fondi italiani è il dato peggiore, perchè è calata parecchio ed è un problema grosso, anche perchè in valore assoluto non arriviamo a 2 miliardi di euro – ha detto durante la presentazione dei dati di AIFI e PwC – C’è da dire che non hanno fatto raccolta alcuni fondi grandi – che magari la fanno ogni 2-3 anni – mentre nel 2024 era stata alta perché si era concentrata quella di alcuni grandi operatori”.
“L’investimento invece è andato bene, ricordando che soprattutto nel private equity c’è una certa ciclicità e nel primo semestre si fa un po’ meno, mentre a luglio si fanno vari closing perché ci sono i bilanci aggiornati – ha spiegato – È comunque andato bene nel primo semestre per numero e ammontare”.
Gervasoni ha evidenziato che operatori “domestici e internazionali convivono molto bene nel nostro mercato, hanno lavorato bene e tanto nel primo semestre. I volumi sono fatti da tre quarti dagli internazionali perché sono più grossi, mentre per numero è andato bene sia da italiani che internazionali, con i primi che fanno più operazioni e più piccole. Questo evidenzia la necessità della convivenza di operatori diversi”.
“Il mercato è trainato da Buy Out e infrastrutture (con poche operazioni ma molto grandi), mentre l’expansion è troppo piccola e l’early stage ha valori interessanti anche se piccolo – ha spiegato – Quello dell’expansion è un problema grosso, perché servono tanto gli aumenti di capitale e gli investimenti successivi. Invece l’expansion è un’attività preziosa ma continua a calare per valore, nonostante il numero delle operazioni sia cresciuto. Ci sono tante operazioni ma piccole, quando invece è un segmento che ha bisogno di tanta promozione e tanta attività. È un segmento che deve essere nuovamente rivitalizzato”.