(Teleborsa) – A settembre 2025 i prestiti al settore privato, corretti sulla base della metodologia armonizzata concordata nell’ambito del Sistema
Europeo delle Banche Centrali (SEBC), sono aumentati dell’1,6 per cento sui dodici mesi (come nel mese precedente). Lo comunica la Banca d’Italia nella pubblicazione mensile “Banche e moneta”.
I prestiti alle famiglie sono aumentati del 2,2 per cento (2,1 nel mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie sono aumentati dell’1,2 per cento (come nel mese precedente).
I depositi del settore privato sono aumentati del 3 per cento (2,7 in agosto); la raccolta obbligazionaria è aumentata del 3,2 per cento (2,7 in agosto).
In settembre il Tasso Annuale Effettivo Globale (TAEG) sui nuovi prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni si è collocato al 3,71 per cento (3,67 in agosto); la quota di questi prestiti con periodo di determinazione iniziale del tasso fino a 1 anno è stata dell’11,5 per cento (16,4 nel mese precedente).
Il TAEG sulle nuove erogazioni di credito al consumo si è collocato al 10,24 per cento (10,29 nel mese precedente). I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 3,38 per cento (3,39 nel mese precedente), quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 4,01 per cento, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 3,04 per cento. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,63 per cento (come nel mese precedente).
I dati di Bankitalia “confermano purtroppo il nostro allarme relativo alla crescita dei tassi praticati dalle banche – spiega il Codacons – Il mancato taglio da parte della BCE, che nelle ultime quattro riunioni ha lasciato i tassi di interesse invariati, si sta riflettendo sul mercato, con conseguenze negative per le famiglie. I tassi di interesse sui mutui effettivamente praticati alle famiglie sono infatti passati dal 3,50% dello scorso gennaio al 3,71% di settembre, con un incremento del +0,21% da inizio 2025: se si considera un mutuo da 150mila euro a 30 anni, questo equivale ad un maggior esborso da +18 euro a rata, +216 euro all’anno – analizza il Codacons – Su un mutuo da 120mila euro della durata di 25 anni, l’aggravio è di 14 euro a rata, +168 euro annui”.
