(Teleborsa) – Nel suo intervento alla seconda Annual Conference del Roma Tre – UNIDROIT Centre, il Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, Sergio Nicoletti Altimari, ha dedicato una parte del suo discorso al tema della regolazione delle crypto-attività, richiamando l’attenzione sulle differenze che stanno emergendo tra le diverse giurisdizioni. Secondo Nicoletti Altimari, “la rapida crescita delle crypto-asset illustra chiaramente le tensioni” generate dall’innovazione finanziaria quando non è accompagnata da un adeguato quadro regolamentare. “Se sviluppati al di fuori di solidi quadri regolamentari, tali strumenti possono rappresentare rischi per la stabilità finanziaria e minare l’integrità del mercato“, ha affermato.
Nel passaggio dedicato al confronto internazionale, ha sottolineato che “vi sono significative differenze nell’approccio regolamentare alle stablecoin tra il MiCAR e il Genius Act recentemente adottato negli Stati Uniti”, aggiungendo che “altre giurisdizioni si stanno muovendo in direzioni ancora diverse”. Da qui la valutazione centrale: “In un mondo altamente interconnesso, questa mancanza di allineamento è chiaramente subottimale e può generare seri problemi”. Nicoletti Altimari ha inoltre osservato che risposte frammentate “rischiano di minare sia la stabilità sia la fiducia” in un settore che opera per natura su scala globale.
Il Vice Direttore Generale ha collocato questa questione nel più ampio contesto della crescente frammentazione normativa e geopolitica, ricordando che l’Europa è “particolarmente esposta” a tali dinamiche, essendo profondamente integrata nelle reti finanziarie e produttive globali. In questo quadro, ha ribadito l’importanza di “tutti gli sforzi per sostenere la cooperazione internazionale, difendere l’apertura e la certezza del diritto”.
Approfondendo il tema della convergenza normativa, Nicoletti Altimari ha richiamato l’importanza di rafforzare gli strumenti che favoriscono un diritto privato e commerciale “transnazionale”. Secondo il Vice Direttore Generale, tali strumenti possono “supportare l’efficienza dei mercati e rafforzare la più ampia architettura della stabilità finanziaria”, grazie alla capacità di “promuovere la convergenza, la comprensione reciproca e lo sviluppo di standard condivisi”.
In un contesto in cui l’armonizzazione formale appare più complessa, ha osservato come “la soft harmonization possa svolgere un ruolo complementare prezioso”, riducendo asimmetrie e facilitando le transazioni transfrontaliere anche nei settori più innovativi, proprio come quello delle crypto-attività.
