(Teleborsa) – Wall Street ha chiuso ieri un’altra giornata di passione a causa della pesante correzione del settore tecnologico, che continua a dare segnali di estrema volatilità e ripresenta l’eventualità di esistenza di una bolla speculativa. In realtà, secondo Goldman Sachs, il mercaot statunitense non sarebbe ancora a quel punto, ma le valutazioni delle big della tecnoliogia ed altri indicatori suggeriscono che ci si sta avvicinando molto. Esisterebbero in particolare 5 indicatori da monitorare.
Vendite sulle big della tecnologia
I principali indici statunitensi – Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq – insieme all’indice Russell 2000, che rappresenta le società a più bassa capitalizzazione, hanno chiuso una giornata drammatica, la peggiore seduta dallo scorso 10 ottobre e registrando massicce perdite nel settore tecnologico.
Il Dow Jones ha perso ieri l’1,65%, azzerando i guadagni accumulati il giorno precedente, quando aveva superato quota 48.000 punti, mentre l’S&P 500 ha ceduto l’1,66%. La performance peggiore è quella del Nasdaq, scivolato del 2,29%, a causa delle pessime performance di Nvidia e Broadcom, che hanno perso rispettivamente il 3,6% ed il 4,3%, mentre Alphabet, la società madre di Google, ha perso il 2,8%.
Da inizio settimana, l’S&P 500 è in rialzo di circa lo 0,1% e il Dow Jones dell’1%, mentre il Nasdaq è in calo di quasi lo 0,6%.
Rischio bolla? 5 indicatori da osservare
Le preoccupazioni degli operatori per l’esistenza di una bolla sono state alimentate questa settimana da Oracle, che ha spaventato gli investitori a causa di alte valutazioni, l’aumento degli investimenti e del debito.
Secondo gli esperti di Goldman Sachs vi sono 5 indicatori per capire se il mercato è prossimo ad una bolla speculativa sul modello di quella delle Dot-com, scoppiata nel 2000. E sebbene gli esperti della banca d’affari statunitense non vedano un rischio imminente di bolla, il mercato sta avvicinando livelli critici che potrebbero giustificarla.
Gli indicatori da monitorare, secondo Goldman sono cinque: le alte valutazioni dei titoli tech, l’aumento degli investimenti, la riduzione dei profitti, l’aumento del debito, l’ampliamento degli spread creditizi.
Gli altri fattori che hanno influenzato il mercato
Fra gli altri fattori che hanno condizionato l’andamento di Wall Street negli ultimi giorni c’è il crescente malcontento per le decisioni della Federal Reserve sui tassi di interesse, che potrebbe deludere le aspettative e confermare un livello invariato dei tassi nell’ultima riunione dell’anno il prossimo 9-10 dicembre. Secondo i future FedWatch del CME, gli operatori stanno ora scontando un taglio di 25 punti con una probabilità bassa del 52% e comunque in calo rispetto al 62,9% di qualche giorno fa ed al 95,5% di un mese fa.
La fine dello shutdown, durato ben sei settimane, ha dato solo un temporaneo sollievo ai mercati, che sono tornati poi ad interrogarsi sugli effetto del blocco delle attività governative, specie dopo che una portavoce della Casa Bianca ha paventato la possibilità che alcuni dati macro perduti durante il periodo non saranno mai più recuperabili.
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