(Teleborsa) – A che punto siamo nella transizione verso la mobilità sostenibile? Il passaggio dai veicoli tradizionali alimentati a combustibili fossili a quelli elettrici è visto come una risposta cruciale alla sfida del cambiamento climatico, alla necessità di ridurre le emissioni inquinanti e alla transizione verso un futuro sostenibile. Tuttavia, sebbene i progressi siano visibili, il percorso verso lo sviluppo organico del mercato della smart mobility in Italia rimane ancora complesso, con diverse sfide tecnologiche, infrastrutturali ed economiche da affrontare. Ma l’Italia è pronta ad accelerare questo cambiamento? Quali sono i punti di forza e le criticità che caratterizzano questo settore?
Secondo quanto emerge dal Rapporto Smart Mobility 2024, realizzato da Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano e presentato il 2 ottobre 2024 nel corso del Convegno “Smart Mobility, da “follower” a “leader”? Come abilitare per l’Italia un cambio di passo sulla decarbonizzazione dei trasporti”, l’Italia è in ritardo rispetto agli altri Paesi europei nel raggiungimento degli obiettivi di mobilità elettrica per il 2030, un gap che rischia di compromettere il percorso di decarbonizzazione.
Nel 2023, la Smart Mobility ha registrato progressi limitati, ostacolati da alti costi iniziali per l’acquisto di veicoli elettrici, scarsa percezione dei benefici a lungo termine causata da una comunicazione troppo spesso poco oggettiva e politiche di incentivi discontinue. Per colmare questo divario, l’Italia dovrebbe immatricolare oltre 800.000 veicoli elettrici all’anno fino al 2030, un numero molto superiore alle circa 135.000 immatricolazioni registrate nel 2023. Il Report sottolinea anche il potenziamento dell’offerta di auto elettriche, con oltre 100 modelli disponibili nel primo semestre del 2024, e il miglioramento delle prestazioni in termini di autonomia e potenza di ricarica. Da segnalare la crescita costante delle infrastrutture di ricarica, nonostante l’immatricolazione dei veicoli elettrici non segua lo stesso passo con il rischio di lasciare sottoutilizzata la rete di ricarica.
Per garantire lo sviluppo coordinato del mercato e delle infrastrutture il Report avanza delle proposte specifiche che vanno dalla necessità di una pianificazione strategica a lungo termine, alla semplificazione burocratica alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Temi su cui da tempo è impegnato il Gruppo E-Mobility di ANIE Confindustria che rappresenta circa 70 aziende che operano nel settore delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici.
Nell’ambito della transizione verso una mobilità sostenibile, il Gruppo E-Mobility si impegna a diffondere una corretta informazione tecnica sulla ricarica dei veicoli elettrici. L’obiettivo è promuovere lo sviluppo di infrastrutture sicure, efficienti e accessibili, anche attraverso la diffusione delle wallbox smart, indispensabili per la ricarica privata, fondamentali per integrare la ricarica aziendale e la ricarica pubblica.
Uno dei principali vantaggi delle wallbox, oltre alla maggiore sicurezza, è la comodità. Avere una stazione di ricarica domestica consente ai proprietari di auto elettriche di ricaricare il proprio veicolo senza doversi recare a una stazione pubblica. Nelle versioni smart permette di adeguare la potenza di ricarica con i carichi di casa, nonché di ottimizzare i tempi grazie anche alla possibilità di ricaricare durante la notte, sfruttando così le tariffe elettriche più basse. Le wallbox offrono, inoltre, una ricarica molto più veloce rispetto alle prese domestiche standard, che le normative limitano a pochi casi ben definiti, e sono dotate di sistemi di protezione avanzati che riducono i rischi di sovraccarico o cortocircuiti.
È necessario evidenziare che la normativa CEI limita la ricarica con le prese domestiche a pochi casi; il tema della sicurezza deve, infatti, essere messo in primo piano in quanto l’utilizzo di questa tipologia di ricarica (detta “modo 2”) non richiede la verifica dell’impianto a monte che potrebbe non essere correttamente dimensionato per sopportare carichi così importanti per un tempo lungo. Per questo la ricarica con il Wallbox (detta “modo 3”) è sempre da preferire.
I costi relativi all’acquisto del dispositivo, alla sua installazione e manutenzione possono rappresentare un deterrente alla diffusione dell’infrastruttura di ricarica privata. Ma l’accesso ad incentivi, la semplificazione delle procedure burocratiche ed amministrative e iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sui vantaggi della mobilità elettrica e della ricarica domestica possono aiutare a superare le barriere alla sua diffusione.
Il mondo della mobilità elettrica è spesso bersaglio di notizie errate. Tra le più diffuse fake news c’è l’idea che una tipologia di ricarica sia migliore o più importante di un’altra. In realtà tutte le modalità di ricarica sono importanti per la promozione della mobilità elettrica, siano esse di tipo standard, fast o ultrafast. Il cambio di paradigma sta nel fatto che, invece che fare rifornimento in un unico posto, con l’e-mobility le possibilità e le modalità di rifornimento si moltiplicano, sfruttando al meglio i momenti in cui l’auto è ferma, siano essi in ambito pubblico o privato. La regola fondamentale è che, soprattutto in ambito privato dove i controlli potrebbero essere meno rigorosi, si scelgano sempre stazioni di ricarica conformi alle normative CEI di riferimento, per garantire la massima sicurezza.
“Per lo sviluppo del mercato delle infrastrutture di ricarica – dichiara Omar Imberti, Coordinatore del Gruppo E-Mobility ANIE Confindustria – è cruciale un quadro regolatorio stabile che fornisca certezze agli investimenti. Questo significa coordinare gli incentivi in modo da garantire una pianificazione strategica delle politiche di investimento. La diffusione delle stazioni di ricarica conformi alle normative e possibilmente Smart, in particolare in ambito aziendale e condominiale, è un elemento essenziale per accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile. Come Gruppo E-Mobility di Anie auspichiamo e supportiamo un deciso cambio di rotta nelle politiche e nella pianificazione, senza il quale l’Italia rischia di fallire la transizione verso una mobilità sostenibile”.