(Teleborsa) – Il Partenariato Pubblico-Privato (PPP), punto d’incontro alternativo ad un appalto tra un’amministrazione pubblica e un soggetto privato, può rappresentare un utile strumento per perseguire obiettivi di rilancio dell’economia italiana, ma ancora stenta a decollare. Per favorire una maggiore conoscenza ed utilizzo di una procedura di cui la recente riforma del codice degli appalti ha ampliato il raggio d’azione Assonime assieme alla Luiss ha organizzato a Roma un seminario che si è svolto nelle sale della stessa Università.
Soprattutto in periodi caratterizzati da una notevole contrazione delle risorse economiche e da un elevato indebitamento pubblico – segnala un position papers pubblicato sul tema dall’Associazione per le società per azioni – il PPP consente di finanziare progetti di pubblica utilità con il concorso di privati senza dover gravare sulla finanza pubblica. Perché ciò avvenga tuttavia è necessario poter contare su elevati standard di efficienza della pubblica amministrazione, dirimere alcune incertezze normative in merito, tra l’altro, al diritto alla prelazione che può essere fatto valere dal promotore privato del progetto. E sviluppare schemi contrattuali innovativi e più flessibili rispetto ai tradizionali modelli di collaborazione con il privato.
Forme di PPP sono in continua evoluzione e – sottolinea Assonime – occorre guardare anche alle esperienze di paesi, come gli Stati Uniti, dove forme di partenariato come le innovation challanges sono largamente utilizzate in settori strategici come lo spazio e la difesa.
“Il PPP è senz’altro uno strumento utile per favorire un ammodernamento dell’apparato infrastrutturale del paese e per innovare molti servizi erogati dalla PA – ha sottolineato il direttore generale di Assonime Stefano Firpo – soprattutto in un momento nel quale gli spazi di manovra della finanza pubblica appaiono limitati. Forme di partenariato hanno iniziato a diffondersi anche all’interno dei progetti finanziati con il PNRR ma ancora in modo troppo limitato; ciò ha impedito di finanziare molti progetti di indubbia utilità sociale. Gli strumenti giuridici e gli approcci regolatori promossi meritoriamente dal nuovo codice degli appalti da soli non bastano, occorrono anche mercati e iniziative capaci di attrarre l’interesse di promotori e investitori. E, ovviamente, anche una pubblica amministrazione all’altezza dei nuovi compiti”.
“Il partenariato pubblico-privato costituisce una delle strategie più efficaci per affrontare sfide delicate e cruciali per il nostro Paese, comprese quelle poste dal tema della sostenibilità e dal crescente bisogno di innovazione. Il successo di tali modelli si deve alla duttilità delle forme con cui tale collaborazione può implementarsi, rendendo assai proficuo il “dialogo” in quegli ambiti che richiedono la compartecipazione del “mondo privato” nella realizzazione di interessi generali”, ha dichiarato la Prof.ssa Paola Severino, Presidente della Luiss School of Law.
A seguire, sono intervenuti alla Tavola Rotonda, coordinata da Federico Fubini, il Presidente dell’ANAC Giuseppe Busia; Paola Balzarini, Studio legale Mascetti; Marcello Clarich, Università La Sapienza di Roma; Emanuele Iannetti, Polo Strategico Nazionale; Giulio Napolitano, Università RomaTre; Maria Elena Perretti, Cassa Depositi e Prestiti; Aldo Sandulli, Luiss; Pietro Salini, Webuild; Adriana Zagarese, Consorzio Integra.