(Teleborsa) – Nel 2023 le emissioni totali di gas serra della Banca d’Italia si sono ridotte dell’11 per cento rispetto all’anno precedente (circa il 29 per cento in meno rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemico). Le principali fonti di emissione di gas serra della Banca sono: l’energia e la gestione degli edifici (40 per cento); la mobilità (spostamenti casa-lavoro e viaggi di lavoro, 35 per cento).
E’ quanto emerge dal Rapporto ambientale dalla Banca d’Italia pubblicato per la prima volta nel 2010 e aggiornato ogni anno, che dà conto dell’impatto delle proprie attività sull’ambiente, nonché delle azioni realizzate e programmate per ridurlo.
La Banca d’Italia – si legge – che già acquista solo energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, sta aumentando progressivamente la quota di energia autoprodotta da impianti fotovoltaici: oltre ai tre impianti fotovoltaici già installati (stabilimento di produzione delle banconote, Catania, Catanzaro), sono in via di completamento i lavori per l’installazione di altri due impianti presso la Filiale di Sassari e sulle coperture dei parcheggi del Centro Donato Menichella a Frascati, che consentiranno nel complesso la produzione di oltre 550.000 chilowattora all’anno (circa lo 0,8 per cento dei consumi di energia elettrica della Banca). Sono inoltre previsti ulteriori impianti presso le filiali di Milano, Reggio Calabria, Forlì e l’ampliamento di quello di Catanzaro.
Nel dettaglio: i risultati del progetto di ricerca condotto dalla Banca d’Italia insieme all’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) per approfondire gli impatti ambientali dello smart working hanno evidenziato che un giorno di lavoro a distanza di un dipendente della Banca ha un impatto in termini di emissioni medie pro-capite pari a circa un quarto del corrispondente costo ambientale dello spostamento casa-lavoro per svolgere una giornata di lavoro in presenza. Nello specifico,
nel 2023 le emissioni medie pro-capite giornaliere per gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti sono state in media pari a 4,1 chilogrammi di anidride carbonica equivalente mentre le emissioni giornaliere connesse con una giornata di lavoro da remoto sono stimate in circa 1,1 chilogrammi di anidride carbonica equivalente.