(Teleborsa) – Il debito pubblico dell’Italia è salito a 2.965,7 miliardi al 31 dicembre 2024, in aumento rispetto a fine 2023, quando il debito ammontava a 2.868,4 miliardi (134,8% del PIL). Lo ha reso noto la Banca d’Italia, nell’ultimo aggiornamento sulla finanza pubblica “Fabbisogno e debito”.
L’aumento del debito rispetto all’anno precedente (pari a 97,3 miliardi) ha riflesso in gran parte il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (105,7 miliardi) e l’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del cambio (3,9 miliardi), parzialmente compensati dalla diminuzione delle disponibilità liquide del Tesoro (12,3 miliardi, a 37,6).
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è cresciuto di 99,9 miliardi, a 2.883,6, mentre quello delle Amministrazioni locali si è ridotto di 2,6 miliardi, a 82 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente stabile.
Nel corso del 2024 la quota del debito detenuto dalla Banca d’Italia è diminuita, collocandosi al 21,7 % alla fine dell’anno (dal 24,2% al termine del 2023). Lo scorso dicembre la vita media residua del debito è risultata in linea con quella di fine 2023 (7,9 anni).
“Anche se ci siamo salvati per un pelo dalla soglia monstre dei 3 mila miliardi, superata a novembre, si tratta di una magra consolazione. Il debito del 2024 resta, infatti, un record storico poco invidiabile”, commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, aggiungendo “non è difficile prevedere, poi, che nel 2024 salirà anche il rapporto debito su Pil”. “Il quadro resta preoccupante, soprattutto perché ora il Paese è fermo e sia nel quarto che nel terzo trimestre del 2024 il Pil è rimasto stazionario. Inoltre, la crescita acquisita per il 2025 è nulla”.