(Teleborsa) – La BCE ha aggiornato il suo monitoraggio dei salari con gli accordi salariali sottoscritti fino a fine agosto 2025., estendendo l’orizzonte prospettico previsionale sino a fine giugno 2026.
I dati preliminari raccolti dalla BCE suggeriscono una crescita salariale più bassa e stabile nella prima metà del 2026, con una copertura dei dipendenti che rimane limitata. L’indicatore di crescita dei salari si attesta all’1,7% (in calo rispetto al 2,1% della seconda metà del 2025 e al 4,3% della prima metà del 2025), l’indicatore dei salari che include i pagamenti una tantum si attesta al 2,4% (in calo rispetto al 2,6% della seconda metà del 2025 e al 3,3% della prima metà del 2025), mentre quello che esclude i pagamenti una tantum si attesta al 2,5% (in calo rispetto al 3,3% della seconda metà del 2025 e al 4,3% della prima metà del 2025). La copertura dei dipendenti nella prima metà del 2026 si attesta al 29,7% (33,3% nel primo trimestre e 26% nel secondo trimestre), in calo rispetto al 46,3% registrato nel quarto trimestre del 2025.
Il monitoraggio che copre i contratti collettivi attivi indica una crescita salariale negoziata, con pagamenti una tantum uniformi, del 4,6% nel 2024 (sulla base di una copertura del 50,1% dei dipendenti) e del 3,2% nel 2025 (sulla base di una copertura del 47,9%). I dati con pagamenti una tantum non livellati indicano invece una crescita salariale negoziata del 4,8% nel 2024 e del 2,9% nel 2025. La tendenza al ribasso riflette in parte l’impatto di ingenti pagamenti una tantum, che sono stati versati nel 2024 ma scompaiono nel 2025, e la natura anticipata degli aumenti salariali in alcuni settori. Escludendo i pagamenti una tantum, si registra una crescita del 4,1% nel 2024 e del 3,8% nel 2025.
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