(Teleborsa) – Circa 3,8 milioni di utenti che non hanno scelto il mercato libero dell’energia riceveranno in questi giorni la prima bolletta della luce col nuovo regime del Servizio a Tutele Graduali. Lo ricorda Assoutenti, che evidenzia l’importante novità per i consumatori italiani e mette in guardia da possibili trappole.
Come noto, a partire dallo scorso 1 luglio è entrato in funzione il Servizio a Tutele Graduali dove sono migrate in modo automatico circa 3,8 milioni di utenze che non hanno scelto un fornitore del mercato libero dell’energia – spiega Assoutenti – Sul sito di Arera sono pubblicati i nominativi degli operatori che hanno vinto le aste per macroaree territoriali, e ogni cittadino può verificare in modo autonomo il gestore assegnato alla propria area di residenza.
Entro agosto l’azienda subentrata nella fornitura della luce aveva l’obbligo di informare tutti i nuovi clienti circa l’attivazione del Servizio a tutele graduali come cliente domestico, inviando una comunicazione contenente le seguenti informazioni:
– il numero cliente
– i riferimenti del fornitore (sito web e contatti)
– il tipo di offerta attiva (Servizio a tutele graduali)
– la data di attivazione del servizio e le condizioni di erogazione ed economiche
– lo stato della fornitura (che dovrebbe risultare “attiva”)
– la ?modalità di ricezione delle bollette
– la modulistica per comunicare i dati catastali dell’immobile presso cui è attivata l’utenza.
E’ importante sottolineare che gli utenti che avevano optato per l’addebito bancario con il precedente operatore si ritroveranno la nuova bolletta della luce nel regime Stg direttamente addebitata sul proprio conto corrente, in modo automatico e senza necessità di fornire nuove autorizzazioni, grazie ad una collaborazione tra Arera e Banca d’Italia.
“E’ necessario però prestare massima attenzione alla prima bolletta del Servizio a tutele graduali – avvisa il presidente Gabriele Melluso – Gli operatori che hanno vinto le aste e che ora gestiscono il servizio potrebbero sfruttare l’occasione per proporre agli utenti altri servizi a pagamento, o per spingere i consumatori a passare alle offerte del mercato libero proposte dalle stesse società che operano nel Stg. Un passaggio che, al momento, danneggerebbe gli utenti, considerata la minore convenienza del mercato libero” – conclude Melluso.
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