(Teleborsa) – Alla luce delle recenti normative europee sulla sostenibilità degli edifici, il patrimonio immobiliare italiano si trova di fronte a importanti prospettive di evoluzione. CRIF, nell’ambito del proprio ESG Outlook – osservatorio sulla sostenibilità di imprese, individui e immobili – ha analizzato il processo di efficientamento energetico degli immobili italiani già in atto e gli scenari di sviluppo possibili in base a diversi fattori. In questo percorso gli incentivi governativi e la politica monetaria faranno la differenza nel raggiungimento degli obiettivi green posti dall’Unione Europea. Inoltre, sarà importante il ruolo del settore bancario nell’indirizzare maggiormente i flussi di credito verso progetti e investimenti sostenibili.
Il CRIF ESG Outlook ha esaminato i primi risultati relativi al Green Asset Ratio (GAR) pubblicati dalle maggiori banche italiane – l’indicatore chiave che misura l’allineamento delle attività bancarie con la Tassonomia Europea per la finanza sostenibile. Dall’analisi emerge come i prestiti garantiti da immobili residenziali rappresentino circa il 90% del totale che le banche possono utilizzare nell’elaborazione del GAR e sono per la maggior parte (66%) già in linea con le regole europee per la finanza verde. Il dato dimostra come i mutui per le case costituiscano la principale attività “sostenibile” per le banche e rappresenta una buona base su cui innestare incentivi statali al fine di allinearsi agli obiettivi della direttiva “Case Green” dell’UE.
Secondo i dati SIAPE e CRIF, attualmente solo il 4% degli immobili residenziali italiani è in classe energetica A. Tuttavia, oltre il 40% degli immobili ristrutturati nel 2023 sono stati portati alla classe energetica A mentre le nuove costruzioni sempre in questa classe superano il 90%. Un processo di efficientamento che è dunque già in corso.
Questo percorso verso l’efficienza energetica oltre al supporto degli incentivi governativi non può prescindere dalle misure di politica monetaria dettate dal contesto macroeconomico.
Nello scenario più avverso, la riduzione di immobili in classe G sarà limitata – nel 2030 rappresenteranno il 34% e nel 2050 il 29% del totale degli immobili – mentre la quota della classe energetica A migliorerà lentamente, passando al 6% nel 2030 e al 14% nel 2050.
Lo scenario intermedio contempla moderati sforzi per migliorare l’efficienza energetica, in linea con le tendenze in atto e supportati da incentivi paragonabili a quelli già in vigore che porterà a un graduale miglioramento delle classi energetiche degli immobili, con la riduzione degli immobili di classe G al 13% e con immobili di classe A che coprono il 31% nel 2050 del totale degli immobili. Tuttavia, resterebbe una significativa quota di edifici appartenenti alle classi meno efficienti.
Considerando invece lo scenario ottimistico, si riscontrano miglioramenti più netti, con una riduzione degli immobili in classe G al 26% entro il 2030 e al 7% entro il 2050, e un aumento significativo degli immobili in classe A che toccano il 14% nel 2030 e il 37% nel 2050 sul totale degli immobili.
Attualmente è in corso un processo di efficientamento energetico e lo studio CRIF evidenzia un miglioramento in tutte e tre le prospettive elaborate, con una graduale riduzione della quota di immobili nelle classi energetiche più basse. Tuttavia, l’entità di questo miglioramento varia significativamente tra i tre scenari, rendendo l’evoluzione del settore dipendente dalle scelte, dalle azioni concrete e dall’impegno condiviso di tutte le parti coinvolte.
In particolare, in uno scenario ottimistico, caratterizzato da un forte impegno governativo, significativi incentivi fiscali e un positivo andamento macroeconomico, la finanza verde vedrà un ruolo crescente. Gli istituti di credito, in questo contesto, avranno un ruolo cruciale nel promuovere prodotti finanziari sostenibili. I mutui green potrebbero arrivare a rappresentare dal 24% al 30% del mercato nel 2030 e oltre 50% nel 2050. Parallelamente, i finanziamenti per la ristrutturazione green, per l’efficientamento energetico delle abitazioni, potrebbero aumentare fino a rappresentare dal 30% al 40% nel 2030 e circa il 70% nel 2050.
“Dalle evidenze contenute nel nostro studio emerge che un processo di efficientamento degli immobili è già in atto in Italia ma tanto si può e si deve ancora fare. Il ruolo delle banche è fondamentale per incanalare i flussi finanziari verso progetti e immobili sostenibili e la riqualificazione energetica. Sarà inoltre necessario un intervento statale incisivo con politiche e incentivi mirati, che si innesti in modo sinergico con il sistema bancario, al fine di poter raggiungere gli obiettivi tracciati dall’Unione Europea nella direttiva Case Green.” – afferma Marco Macellari, Director & Head of Risk Management di CRIF.