(Teleborsa) – Il Consiglio dei ministri oggi ha dato i via libera a due importanti decreti, quello sulle materie prime critiche, ovvero sull’estrazione, lavorazione e riciclo di minerali impiegati nella transizione energetica e digitale, ed un decreto di legge sullo spazio, che ha l’obiettivo di disciplinare la materia e favorire lo sviluppo della space economy.
Lo ha detto il ministro dell’Imprese e Made in Italy Adolfo Urso nel corso della conferenza stampa seguita dal CdM, spiegando che i due decreti sono stati sostenuti dal suo ministero, il MIMIT, e dal MASE guidato dal Ministro Pichetto.
Il primo decreto sulle materie prime critiche – ha spiegato Urso – “adegua la normativa nazionale sul settore minerario a obiettivi e standard europei sulle materie prime critiche” e si rifà al regolamento europeo. Il decreto rappresenta “un nuovo approccio di sistema all’approvvigionamento delle materie prime strategiche” e disciplina l’estrazione, come la lavorazione ed il recupero di queste materie prime critiche. IN Italia – ha ricordato il Ministro – ne sono state individuate 15 su un elenco di 34 individuato dalle autorità europee.
Nel decreto di “analizza la domanda e i fabbisogni del Paese grazie ad attività di monitoraggio delle catene di approvvigionamento” e si incentiva l’offerta di materie prime”, attraverso una “semplificazione delle procedure autorizzative” che passeranno dalla competenza delle regioni a quella statale dopo il riconoscimento dello status da parte della Commissione europea.
Il Ministro Pichetto ha voluto ricordato che l’Italia è in pole position in Europa per il recupero delle materie prime critiche, attraverso le RAEE ed altre fonti.
Pichetto ha poi ricordato che la legge si propone anche di aggiornare la remunerazione dell’attività di estrazione, che in base alla vecchia normativa era pari a è 16 euro l’ettaro l’anno, mentre si prevede un regime di royalty sul modello del petrolio in Basilicata pari al 5-7% da ripartire tra Stato e Regioni.
Il CdM ha poi approvato un ddl Spazio, collegato alla manovra economica e finanziato da apposita voce. La legge quadro – ha spiegato Urso- ci pone all’avanguardia fra grandi player globali, regolamentando l’attività nello spazio, e rappresenta un impulso significativo per lo sviluppo della space economy.
Il ddl – ha spiegato il titolare del MIMIT – “colma una lacuna nel nostro ordinamento”, data l’importanza del settore che conta oltre 400 imprese e 7mila addetti e che oggi annovera non più solo player governativi ma anche attori privati.
La prima parte – ha detto Urso – riguarda l’aspetto ordinamentale e stabilisce l’autorità deputata a vigilare sul settore, mentre la seconda parte punta a sviluppare l’impresa italiana nello spazio.
Il Ministro ha ricordato che è stato istituito un fondo per la space economy, che per il momento ammonta a 150 milioni, anche se le risorse da qui al 2026 ammontano a 7,3 miliardi (3,1 miliardi come contributo per l’Agenzia spaziale europea, 2,3 miliadi per l’ASI, oltre alle risorse stanziate nel PNRR per lo spazio).