(Teleborsa) – Una situazione di stop&go, stagnazione e ripartenza. E’ questo il quadro tracciato dal Centro Studi Confindustria nell’ultima Congiuntura Flash di dicembre, che dipinge un quadro di grande incertezza a livello nazionale ed internazionale, che getta un’ombra sul PIL del 4° trimestre. Da un latto fattori negativi, quali la stagnazione del 3° trimestre, la fiducia bassa, l’industria in crisi, l’export debole, l’Eurozona che arranca, dall’altro l’impulso positivo della crescita del turismo e dei servizi, dei bassi tassi d’interesse, dell’inflazione ridotta, dell’attuazione del PNNR.
“L’industria deve diventare il primo punto all’ordine del giorno dell’agenda europea”, ha affermato il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, avvertendo che “l’Europa è al bivio” e “deve compiere scelte coraggiose, anche cambiando senso di marcia rispetto ad alcune decisione della scorsa Commissione”.
Tassi in calo ma sale lo spread della Francia
Il rapporto ricorda che “questa settimana” BCE e FED “sono attese dai mercati a ulteriori tagli”, ma in Europa, il tasso sovrano in Francia è in salita a riflesso dell’instabilità politica e del debito in crescita e lo spread sul Bund tedesco “è salito” sopra quello della Spagna mentre si restringono quelli dell’Italia e della Grecia.
Inflazione in lieve risalita
A novembre l’inflazione in Italia è risalita a +1,4% annuo, più vicina alla misura core (+1,9%), dato che i prezzi dell’energia si riducono meno (-5,5%). Traiettorie simili nell’Eurozona, ma su valori sopra la soglia BCE: totale al +2,3%, poco sotto la core (+2,7%), calo degli energetici quasi finito (-1,9%). Questo è dovuto al prezzo del gas in Europa, che a novembre è salito a 44 euro/mwh (+2,7% annuo) e a dicembre si affaccia sui 47 euro, trascinando al rialzo anche i prezzi dell’elettricità; il prezzo del petrolio, invece, a 74 dollari a novembre, è ancora in calo in termini annui (-10,4%).
Servizi spinti dal turismo e industria in crisi
Il driver dei servizi resta il turismo di stranieri in Italia, che continua l’espansione (+6,9% annuo la spesa a settembre). Discordanti appaiono però le indicazioni per il 4° trimestre. L’industria si conferma in crisi: in ottobre la produzione è rimasta invariata, ma continua a registrare un forte calo tendenziale (-3,6%), profondo per auto (-34,5%), articoli in pelle (-17,2%), raffinati petroliferi (-15,8%). In termini di fatturato, si segnala un rimbalzo positivo. Questo quadro frena gli investimenti: a novembre, continua a scendere la fiducia delle imprese e la domanda, misurata dagli ordini di beni, è rimasta bassa, pur recuperando dal minimo di ottobre. Ciò anticipa investimenti deboli anche nel 4° trimestre (-1,2% nel 3°).
Consumi restano volatili
I consumi delle famiglie nel 3° trimestre sono aumentati molto sopra le attese (+1,4%), grazie a vari fattori positivi: redditi in crescita, inflazione ridotta, credito meno caro. Viceversa, sono deboli le indicazioni sul 4° trimestre: la fiducia delle famiglie è scesa a ottobre-novembre e le immatricolazioni di auto sono calate per il sesto mese (-0,8%), mentre le vendite al dettaglio hanno subito una forte correzione al ribasso (-0,8%) dopo il balzo di settembre. Debole anche la domanda estera: l’export italiano di beni, dopo tre cali trimestrali consecutivi (-0,2% in volume nel 3°), resta debole nel 4°trimestre. Le vendite extra-UE sono diminuite in ottobre (-3,5% in valore), per la frenata del mercato USA e la caduta dell’export verso la Cina (-21,3% annuo nei primi dieci mesi).
Quadro internazionale modesto
L’Eurozona è ancora fiacca: gli indicatori di fiducia, pur rimanendo bassi, denotano una certa stabilità nelle aspettative nell’Area, ma la manifattura si conferma in calo e tornano in lieve contrazione anche i servizi. In USA è debole l’attività industriale: la produzione industriale apre in calo anche il 4° trimestre (-0,3% a ottobre) e gli indicatori congiunturali segnalano un’ulteriore debolezza a novembre, mentre la buona dinamica degli occupati (+227 mila unità) continua ad alimentare i consumi, che si confermano il motore dell’economia USA in questa fase (+0,4% le vendite al dettaglio in ottobre”. Cresce la Cina grazie agli incentivi: accelera la produzione industriale, trainata dai nuovi ordini (che segnano la crescita più elevata degli ultimi tre anni e mezzo) e dalla ricostituzione delle scorte, a testimonianza di un’accresciuta fiducia sulle prospettive, grazie anche agli incentivi nnunciati da Pechino per rilanciare la domanda interna e stabilizzare il mercato azionario e immobiliare.