(Teleborsa) – “Rappresentando un punto di riferimento essenziale per misurare i progressi compiuti da dicembre 2022, la COP16 potrebbe essere conosciuta in futuro come la COP per implementare la biodiversità”. È quanto evidenzia Joe Hutchins, Senior Manager – Responsible Investments di GAM Investments in un’analisi pubblicata in vista della COP16 che si terrà dal 21 ottobre al 1 novembre a Cali, in Colombia. “La COP16 – sottolinea Hutchins – potrebbe segnare un capitolo di trasformazione nella governance della biodiversità globale, passando dalla politica all’azione concreta. Il coinvolgimento di investitori e aziende si spera possa aprire la strada a un futuro in cui crescita economica e conservazione della biodiversità vadano di pari passo, garantendo la salute del nostro pianeta per le generazioni a venire”.
La corsa alla tutela della biodiversità del pianeta è altrettanto critica quanto la lotta al cambiamento climatico e presenta rischi e opportunità per gli investitori. Con oltre la metà del PIL mondiale che dipende dalla natura, le implicazioni sono, infatti, profonde. Sebbene la comunità degli investitori non sia al centro della scena delle COP, le istituzioni finanziarie svolgono un ruolo di supporto fondamentale. Per mantenere i confini planetari vivibili, gli investitori devono occuparsi della protezione, del ripristino e dell’uso sostenibile della biodiversità.
“Gli operatori finanziari – afferma Hutchins – stanno iniziando a rispondere alle preoccupazioni sulla biodiversità. Sono in aumento i gruppi di investitori che promuovono l’integrazione della biodiversità nelle strategie di investimento, come Finance for Biodiversity, con oltre 21mila miliardi di dollari di asset in gestione. Inoltre, oltre 130 aziende, che generano collettivamente 1.100 miliardi di dollari di fatturato, hanno chiesto politiche più incisive per migliorare gli incentivi, la legislazione e i regolamenti per guidare l’azione imprenditoriale a favore della natura”.
Per colmare il divario significativo tra politiche e fatti – si legge nell’analisi – le aziende devono sviluppare piani di transizione per la biodiversità e impegnarsi in una rendicontazione trasparente del loro impatto sulla biodiversità. Iniziative normative come la Task Force for Nature-Related Financial Disclosures (TNFD) possono aiutare fornendo un quadro di riferimento per le aziende per valutare e gestire i rischi legati alla biodiversità.
I rischi normativi, reputazionali e di mercato sottolineano l’importanza delle pratiche aziendali sostenibili. La legislazione britannica sul guadagno netto di biodiversità e le politiche dell’UE sulla deforestazione evidenziano il crescente controllo sulle pratiche aziendali in materia di biodiversità. Il rafforzamento della legislazione segna anche un allontanamento dagli attuali approcci volontari verso un piano più completo per proteggere la natura e invertire il degrado degli ecosistemi a livello globale.
Ci sono molte opportunità per gli investitori di impegnarsi in azioni che rispettino e incoraggino la biodiversità come fattore importante per i loro portafogli. Le soluzioni basate sulla natura, come il recupero di foreste e zone umide, possono aiutare sia il clima che il mondo naturale. Secondo le stime, infatti, i progetti basati sulla natura potrebbero fornire da soli il 37% della mitigazione dei cambiamenti climatici di cui abbiamo bisogno entro il 2030 per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
“Le obbligazioni legate alla natura – afferma Hutchins – possono offrire un’opportunità di investimento sostenibile e di miglioramento del portafoglio”. Nel dettaglio le obbligazioni che sostengono gli investimenti in settori quali l’agricoltura e la conservazione sostenibili offrono un’opportunità unica per aumentare la quantità di capitale disponibile per i progetti incentrati sulla natura. Possono inoltre contribuire a creare un interesse più ampio del mercato per gli investimenti sostenibili, in quanto gli investitori prestano sempre più attenzione agli impatti positivi che le obbligazioni legate alla natura ottengono oltre ai rendimenti finanziari.
È cresciuta anche la domanda di strumenti di mercato innovativi, tra cui il “Rhino Bond” della Banca Mondiale, il primo bond per la conservazione della fauna selvatica in cui i rendimenti sono direttamente determinati dalla crescita di rinoceronti in via di estinzione. Passi cruciali come questo dimostrano un cambiamento nella finanza, dove l’attenzione alla natura può raggiungere risultati di conservazione generando al contempo rendimenti a lungo termine.
Per contribuire alla scalabilità dei finanziamenti privati a favore della natura, sono attualmente in fase di sviluppo i crediti per la biodiversità. Simili ai crediti di carbonio, consentono alle aziende private di finanziare attività, come il ripristino delle foreste, che producono guadagni in termini di biodiversità. Ciò consente alle aziende di rispettare i propri impegni in materia di biodiversità.