(Teleborsa) – Nei primi 3 mesi dell’anno i finanziamenti erogati alle imprese italiane calano del 7,5%: nel I trimestre, dunque, non si vedono ancora gli effetti del primo taglio della BCE ai tassi di interesse che rimangono elevati e, accompagnati dall’incertezza a livello di economia globale e nazionale, non favoriscono il credito alle imprese italiane. E’ la fotografia scattata dall’Osservatorio sulle Imprese realizzato da CRIF, che fornisce periodicamente una fotografia puntuale dei principali indicatori relativi all’andamento del credito di un campione di oltre 2,5 milioni di imprese monitorate, costituito da Ditte individuali, Società di persone e Società di capitali italiane, elaborati sulla base del patrimonio informativo del Sistema di Informazioni Creditizie EURISC.
“La crescita del tasso di default delle aziende continua ma rimane ancora sotto controllo, anche se il contesto geopolitico e la lenta ripresa dell’economia rimangono fattori rilevanti da tenere in considerazione. La recente decisione da parte della Banca Centrale Europea in termini di politica monetaria è tra i primi segnali di una possibile inversione positiva per il credito alle imprese dei prossimi mesi. Tuttavia, i tassi di interesse rimangono elevati e le imprese italiane continuano a essere esposte all’incertezza economica e dei mercati finanziari a livello globale. Per le Società di capitali stimiamo il tasso di default medio attestarsi al 3,3% per il 2024” – commenta Luca D’Amico, CEO di CRIF Ratings.
Sul fronte del credito erogato, si registra un trend negativo del numero di finanziamenti, che nel I trimestre 2024 cala del 7,5% in confronto allo stesso periodo del 2023, con le Società di capitali che segnano il calo minore (-5,9%). In calo anche gli importi erogati, seppur con intensità meno marcata. A calare su questo fronte sono principalmente le Ditte individuali (-8,9%), seguite dalle Società di persone (-6,6%), mentre le Società di Capitali registrano anche su importi il calo minore con un -3,6%. I trend continuano a scontare il permanere di tassi di interesse su livelli elevati, i cui primi segnali di riduzione si sono osservati solo a giugno 2024, in occasione dell’ultima decisione presa dalla BCE di ridurre i tassi di 25 punti base.
Analizzando le Società di capitali per settore emerge nel primo trimestre del 2024 una crescita rilevante degli importi erogati nel Commercio di autoveicoli (+15,8%) e Trasporti e Logistica (+7,6%), in controtendenza quindi rispetto alla media. Tra i settori che potrebbero essere definiti come “stabili”, ci sono Turismo e tempo libero e Commercio al dettaglio (rispettivamente +0,1% e -0,1%). Tra i settori maggiormente in calo rispetto alla media delle Società di Capitali, si evidenzia come il settore delle Costruzioni registri un -9,3% (che rappresenta una quota di oltre il 10% del totale importo finanziato alle imprese nel primo trimestre del 2024).
Quanto ai settori per cui CRIF Ratings prevede il maggior incremento dei tassi di default delle Società di capitali nel 2024 sono Turismo e tempo libero, Trasporti e Logistica, Commercio al dettaglio, Costruzioni e Commercio di autoveicoli. Già alla fine del 2023, gli stessi comparti avevano registrato una rischiosità elevata superiore al 3%: Turismo e tempo libero (tasso di default al 3,9%), Trasporti e Logistica (3,6%), Commercio al dettaglio (3,3%), Costruzioni (3,2%) e Commercio di autoveicoli (3,1%). I settori più resilienti in termini di crescita della rischiosità si confermano invece la Consulenza (1,8%) e il Farmaceutico (2,1%).
Elettronica sotto la lente – La pandemia ha evidenziato alcune vulnerabilità nel settore dell’Elettronica, portando a fenomeni globali di stocking dei chip per evitare problemi di approvvigionamento che potrebbero risentire delle tensioni USA-Cina e della dipendenza da Taiwan, che ne è il principale produttore mondiale. In particolar modo, la produzione dei chip è interessata da importanti cambiamenti normativi («Chips Act» europeo e «Chips and Science Act» degli Stati Uniti d’America) che potrebbero influire sulle dinamiche del settore, sia in termini di approvvigionamento che di produzione. Nonostante il tasso di default del settore dell’Elettronica si posizioni ancora molto al di sotto della media (Elettronica 1,9% vs media della Società di Capitali 2,6% a fine 2023), il complesso contesto di riferimento per le imprese italiane in esso operanti rappresenta un elemento da tenere sotto controllo in ottica prospettica.